Kais Saied resterà presidente della Tunisia. 10 milioni di cittadini vanno al voto nelle più scontate e contestate elezioni presidenziali dal 2011 in poi. Il Paese che ha inaugurato la stagione delle Primavere Arabe con la cacciata del dittatore Ben Ali, si ritrova adesso con un nuovo regime. Per gli oppositori che hanno avuto il coraggio di scendere in piazza a Tunisi anche negli ultimi giorni, Saied infatti è il protagonista di una svolta autoritaria e inaspettata al momento della sua elezione nel 2019, con il 73% dei voti e il 58% di affluenza. Il professore di diritto costituzionale nel luglio del 2021 ha preso i pieni poteri, destituendo il governo, sospendendo il parlamento, e poi facendo approvare con referendum una costituzione iper presidenziale. Già in quel caso l'affluenza scese al 30%, per poi inabissarsi all'11% nelle elezioni legislative di quest'anno, segno evidente della sfiducia degli elettori nel sistema politico. In questi anni al potere Saied ha messo sotto controllo la giustizia, eroso i diritti fondamentali dei cittadini e le principali libertà democratiche, da quelle di stampa a quelle di riunione, con una repressione del dissenso sistematica. Più 170 persone sono detenute per motivi politici, tra di loro molti sindacalisti e attivisti e i principali politici dell'opposizione. I partiti sono di fatto scomparsi e per il voto presidenziale la commissione elettorale ha ammesso solo 3 dei 17 candidati, incluso Saied. Uno di questi, Ayachi Zammel, è stato arrestato il 2 settembre per presunte frodi elettorali e già condannato per direttissima a 14 anni di reclusione. L'altro è un ex alleato del presidente che sostenne il colpo di stato nel 2021. Di fatto sono stati esclusi tutti i concorrenti più seri ed è stata prevenuta ogni possibilità di alternanza. Sono vietati i sondaggi, i dibattiti e anche i cartelloni elettorali. L'unica reazione possibile per gli elettori è non votare, e Infatti ci si attende una fluenza molto bassa. L'Europa ha ignorato finora gli attacchi di Saied alla democrazia in nome della realpolitik e della cooperazione sul dossier migranti. Nel 2023, alla presenza di Von der Leyen e Giorgia Meloni, l'UE ha firmato un memorandum d'intesa con la Tunisia per migliorare la cooperazione sulle due sponde del Mediterraneo. In cambio dei soldi promessi Saied ha garantito di fare da guardia di frontiera.