Che la colpa sia degli hacker russi o meno, come ritiene il premier Donald Tusk, forse non è neanche rilevante. Il fatto che il sito del partito di governo sia stato inaccessibile per ore a causa di un attacco informatico, dà però il senso del clima che si respira in Polonia, alla vigilia dell'appuntamento elettorale di domenica, quando verrà eletto il nuovo Presidente della Repubblica. Chiusa la parentesi del PIS, il partito ultraconservatore che ha portato alla guida del paese Andrej Duda e il premier Mateusz Morawiecki, sembra che ora sia la volta europeista. Le proiezioni danno favorito infatti Rafal Chaskowski. Il sindaco di Varsavia è un sostenitore dell'Europa, si è impegnato ad allentare le leggi sull'aborto e a proteggere i diritti LGBTQ. È sostenuto dal partito di governo coalizione civica del primo ministro Donald Tusk. Alle presidenziali del 2020 è stato sconfitto di misura da Duda. Molto probabilmente dovrà vedersela con il conservatore Karol Nawrocki, candidato del Pis del presidente uscente Duda, si è detto disponibile a continuare il sostegno all'Ucraina, ma ha denunciato i benefici accordati ai rifugiati. Il suo slogan elettorale, Prima la Polonia, prima i polacchi, racconta una visione simile al suo epigono, Donald Trump. Slavo Mensen invece è un giovane imprenditore di successo, multimilionario molto popolare sui social e ricopre il ruolo del terzo incomodo, euroscettico fermamente contrario all'aborto ai migranti e di estrema destra. Ha promesso agli elettori una Polonia forte e ricca con tasse basse di fermare l'ideologia di sinistra e di liberare le criptovalute. Poche le possibilità che possa arrivare a ballottaggio, può avere però un ruolo chiave nel sostenere Nawrocki. .