La folla grida il suo nome, Nicusor Dan vince le presidenziali in Romania, a sorpresa ribalta i pronostici e dopo settimane di svantaggio rispetto al candidato di estrema destra George Simion, sostenitore di Trump, euroscettico e contrario agli aiuti militari all'Ucraina, porta a casa la vittoria. I romeni, dice il centrista, vogliono il dialogo non l'odio. Il sindaco di Bucarest festeggia un risultato per nulla scontato e plaude a quella che definisce l'impressionante forza della società romena. Lo sfidante è l'euroscettico George Simion, contesta il risultato e rivendica la vittoria. Secondo i nostri conteggi, dice, abbiamo ottenuto 400mila voti in più, probabilmente facendo riferimento al voto della diaspora che nel primo turno gli aveva regalato il 60% delle preferenze, ma questa volta è andata diversamente. In attesa dei risultati sul palco canta YMCA, colonna sonora prediletta da Donald Trump e il parallelismo è anche troppo chiaro. L'endorsement del Presidente americano lo ha fatto crescere nei sondaggi, ma la Romania ha scelto l'Europa. Simion era la scelta populista, quella di chi si considera emarginato e snobbato dagli altri Paesi dell'Unione, poco importa il fatto che avrebbe traghettato il Paese lontano da Bruxelles e dallo stato di diritto. L'alta affluenza alle urne dimostra la volontà di invertire i risultati del primo turno. Una giornata segnata anche dalle accuse di brogli del candidato dell'estrema destra, accuse poi smentite dalle autorità rumene che a loro volta hanno denunciato i segnali di ingerenza russa nel processo elettorale. In campagna elettorale Dan, 55 anni, aveva promesso di combattere la corruzione dilagante nel Paese, mantenere il sostegno militare all'Ucraina e portare avanti i valori europei. Da oggi Bucarest è più vicina a Bruxelles. .