Il lungo percorso di scrutinio del voto del 6 maggio che ha portato alle urne 48 milioni di residenti in Gran Bretagna è ormai giunto alla conclusione e anche il cruciale appuntamento scozzese ha finalmente il suo responso. Lo Scottish National Party della first Minister Nicola Sturgeon vince ancora una volta, la quarta consecutiva ma per una manciata di seggi non ottiene la maggioranza assoluta, in un sistema peraltro studiato per evitarlo. Con ogni probabilità governerà con i verdi altra formazione indipendentista che è cresciuta e ha ottenuto 9 seggi. Ha quindi la Sturgeon il mandato per chiedere un nuovo referendum? Per lei non ci sono dubbi. * Così invece non la pensa il primo ministro britannico Boris Johnson che continua a ripetere, ci può essere un solo referendum a generazione e questa generazione si è già espressa nel 2014. Sull'onda di una campagna vaccinale di assoluto successo le amministrative in Inghilterra hanno decretato la vittoria dei conservatori un po' ovunque, anche in una roccaforte rossa come Arliput che è sempre stata laver fino ad ora, un'altra parte del muro rosso che crolla. Keir Starmer appare un pugile stonato vicino al ko, si è preso la responsabilità della debacle e già si parla di probabile sostituzione, magari in un futuro non molto lontano con il sindaco di Manchester Andy Burnham che è stato riconfermato. La rossa Liverpool ha scelto al primo turno una donna di colore Joanne Anderson, è una prima volta come una prima volta una donna di colore nel parlamento scozzese. Il laver si rintana e si lecca le ferite nelle città dunque, innanzitutto a Londra dove Sadhiq Khan viene riconfermato come sindaco, vittoria scontata ma forse più sudata del previsto contro l'avversario conservatore Shaun Bailey, a dimostrazione ancora una volta di come Londra non sia il Regno Unito.