Difendere l'indipendenza dalla Cina è l'obiettivo e l'incubo di Taiwan, lo è nelle prime affermazioni del vincitore delle elezioni politiche William Lai, candidato per il Partito Democratico Progressista. Si è affermato con un 40% non ottenendo la maggioranza in Parlamento, comunque in netto vantaggio sugli altri due candidati, Hou Yu-ih, l'ex poliziotto nazionalista più vicino a Pechino e Ko, candidato per i popolari sostenuto dai più giovani. L'entusiasmo è minato dalle esternazioni di Pechino. La Cina si opporrà con forza alle attività separatiste mirate all'indipendenza di Taiwan e alle interferenze straniere e ha definito ferma come la roccia la determinazione alla riunificazione nazionale. Il Partito Democratico non rappresenta, secondo Pechino, l'opinione pubblica tradizionale dell'isola, eppure al suo terzo mandato Lai, già vicepresidente nell'uscente governo. Ha anticipato che lavorerà ad un dialogo, fino ad ora respinto, basato sulla dignità e sulla parità, sulla speranza di ottenere rispetto dalla superpotenza che neppure riconosce Taiwan. Già solo il corretto svolgimento delle elezioni tanto criticate rappresenta una conquista. Dal Giappone, dalle democrazie con cui Taiwan ha affermato di voler continuare a comunicare, le congratulazioni al nuovo presidente. In una nota l'Unione Europea sottolinea come la pace e la stabilità sullo stretto siano elementi chiave per la sicurezza globale, garantendo che si opporrà a qualsiasi tentativo di cambiare lo status quo.