Elezioni Ue, primo vertice dopo il voto

28 mag 2019
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I 28 Capi di Stato e di Governo sono riuniti da circa due ore. Questa è la prima occasione di confronto, dopo il voto per le europee, per cominciare a tracciare un quadro, se non altro per il metodo da utilizzare per le varie nomine importantissime che devono essere decise nelle prossime settimane, a partire dalla Presidenza della Commissione, quella del Consiglio europeo, quella del Parlamento. Poi, lo ricordiamo, a ottobre è in scadenza anche il mandato di Mario Draghi alla guida della Banca Centrale Europea. La questione di metodo innanzitutto: se seguire la regola, che regola non è, perché poi non è prevista dai trattati, ma è un accordo politico dei cosiddetti capilista europei, quindi se dare la poltrona più importante di Bruxelles a Manfred Weber, che era il capolista europeo dei Popolari, il primo gruppo, anche nel prossimo Europarlamento. È una posizione sponsorizzata dagli stessi Popolari, ma anche dalla Merkel, anche perché Weber è di nazionalità tedesca. Potrebbe vedere d'accordo anche i Socialisti, ma sembra esserci l'opposizione dei Liberali, e soprattutto di Emmanuel Macron, ma anche i dubbi di altri Paesi, come quelli del patto di Visegrád. Insomma, alcuni Paesi e alcuni Capi di Stato e di Governo vorrebbero tenersi le mani libere e scegliere magari anche fuori dalla rosa. Si fa il nome di Michel Barnier, capo-negoziatore della Brexit, anche lui di area popolare, oppure addirittura si potrebbe arrivare ad un compromesso, perché sappiamo che la prossima maggioranza all'interno dell'Europarlamento vedrà insieme, e dovrà necessariamente vedere insieme, i Popolari con i Socialisti, insieme quantomeno ai Liberali, se non anche ai Verdi. Allora il compromesso potrebbe essere proprio la candidata di punta dei Liberali, la Commissaria alla concorrenza, la danese Margrethe Vestager. Ci sono stati, quest'oggi, tanti mini summit prima del vertice vero e proprio; tanti faccia a faccia bilaterali, tante piccole riunioni, che hanno visto in prima fila soprattutto, per l'appunto, Merkel, Macron lo spagnolo Sánchez e i Paesi del patto di Visegrad. Da tutte queste mini consultazioni l'Italia sembra essere stata tagliata fuori. Il Premier Conte, al suo arrivo qui a Bruxelles, ha detto che comunque ci sono ottime chance per l'Italia per avere un ruolo importante nella prossima Commissione. L'obiettivo è quello di avere un commissario con un portafogli economico, con un portafogli pesante. Pare di capire che dipenderà tutto soprattutto dalla persona, dal candidato che verrà presentato dall'Italia, che dovrà essere di alto profilo e con un buon curriculum, altrimenti si rischia l'emarginazione, visto che, come sappiamo, la maggioranza di Governo italiana è ben diversa da quella che è all'interno del Consiglio europeo e soprattutto da quella uscita, appunto, dal nuovo Parlamento europeo. È tutto per il momento.

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