Elezioni Ungheria, viaggio tra le diverse anime del Paese

02 apr 2022
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Esistono almeno due realtà in Ungheria. C'è la capitale dove il candidato dell'opposizione è forte, dove i gay si sentono al sicuro e dove si respira aria d'Europa. E poi ci sono le cittadine di campagna, dove Orban ha un ampio seguito e da dove vengono i due terzi dei voti del Paese. "Ciao". Ciao, posso?" "Certo, avanti". Dorothea ci accoglie nella sua casa a Budapest. In passato si era anche candidata con i Verdi. È vedova di un italiano e provvede da sola ai suoi due figli come guida turistica. "Un monolocale a Budapest parte da 400 euro in su. Un professore neolaureato prende 500 euro. Cioè, come fai?" Come ci dice, la sua è una battaglia per la sopravvivenza. Le chiediamo allora per chi voterà e ci risponde così. "Orban propone una filosofia, una visione, un futuro, delle idee molto coerenti. E invece l'opposizione dice un po' questo, un po' quell'altro, troppe sfumature delle cose, non c'è quella visione unica, una bandiera da seguire. A me questa visione, idea, di Orban non piace. Non credo che lo voglio seguire e ritornare nella direzione del feudalesimo, in pratica". "Perchè si vive così sotto Orban?" "Diciamo era lui stesso, erano le sue stesse parole quando ha dichiarato che lui sta costruendo una democrazia illiberale". Ci allontaniamo dalla capitale e puntiamo verso Szekszard, una cittadina di circa 40.000 abitanti dove vive Eva con il marito e due figli, lei avvocato e lui architetto. Ci accoglie con calore, ha preparato una torta e del caffè caldo. Ci mostra la sua casa: è molto grande e riscaldarla costerebbe parecchio se non fosse per gli sconti del Governo sulle bollette. Per lei il Governo va nella giusta direzione, è d'accordo con l'80% delle scelte fatte da Orban, soprattutto se le paragona alla possibile alternativa. E se consideriamo la professionalità allora il divario con l'opposizione, che non è molto competente, aumenta ancora di più. Quindi la sua è una scelta dettata anche dal confronto tra i due schieramenti. Eva ha già fatto la sua scelta: vuole che le cose restino come sono. Dorothea invece vorrebbe un cambiamento. Budapest o Szekszard, città o campagna, Marki-Zay o Viktor Orban.

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