Mentre la Svezia sospende i pagamenti a Pfizer in attesa di fare chiarezza sulla quantità di dosi fatturate e quelle realmente estraibili dalle fiale, va avanti il braccio di ferro tra Commissione europea e AstraZeneca, i produttori rispettino i contratti, ammonisce Ursula von Der Layen e, nelle prossime ore, l'azienda anglo svedese dovrà presentare un piano dettagliato della distribuzione dei vaccini. Finora, dice la commissaria alla salute Kyriakides, sono arrivate risposte insufficienti e poco trasparenti. Il sospetto è che l'annunciato taglio del 60% alle forniture nel primo trimestre sia conseguenza di una vendita delle dosi destinate ai 27 ad altri Paesi arrivati all'ultimo, ma disposti a pagare di più, per questo d'ora in poi tutti coloro che produrranno vaccini in Europa dovranno notificare alla commissione l'esportazione di fiale verso stati terzi, ma certo l'uscita della pandemia che secondo la cancelliera Merkel sarà più difficile del previsto, richiede una disponibilità ben più massiccia di dosi, per questo l'agenzia europea del farmaco fa sapere di essere in contatto con una quindicina di produttori, tra questi anche quelli del vaccino russo Sputnik 5, nei prossimi mesi dovrebbero arrivare altre autorizzazioni. In Italia c'è ottimismo per il vaccino Reithera, fresco di un finanziamento da 81 milioni da parte di Invitalia, se non ci saranno incidenti di percorso, si potrà aprire la procedura con l'EMA a giugno e se i primi dati sembrano mostrare che i vaccini di Pfizer e Moderna siano efficaci anche contro alcune delle nuove varianti, l'agenzia del farmaco è più prudente riguardo la validità di AstraZeneca sugli anziani. Gli studi sono ancora ridotti, spiega infatti la direttrice dell'Ema e dunque non è escluso che l'autorizzazione possa arrivare solo per l'utilizzo sulle persone sotto i 55 anni.