L'Italia non molla e di fronte ad un'Europa che a volte sembra intimorita dalla prospettiva di perdere il gas russo, rilancia sul tetto massimo al prezzo di acquisto. Lo fa non accontentandosi più di un paio di righe con l'impegno a valutare la proposta ma chiedendo per voce del presidente Draghi un Consiglio europeo straordinario, da tenersi nel mese di luglio dedicato solo alla questione energetica. Una richiesta che a Bruxelles non si aspettavano, che ha preso in contropiede molti e che Draghi aveva minuziosamente preparato in prima persona parlando direttamente con molti Capi di stato e di Governo. Con Macron si è visto anche prima della riunione, con Scholz ne aveva discusso a Kiev, con il Premier greco si è visto a Roma poche ore prima dell'avvio del summit. L'invito al Presidente del Consiglio Michel è di convocare una riunione straordinaria dei 27, nel corso della quale la Commissione dovrà presentare tutti gli esiti delle sue valutazioni sul price cap. L'iniziativa di Draghi non è solo un modo per mantenere alto il pressing ma anche la via per evitare che gli impegni restino solo su carta e non sfocino in una discussione concreta. Il premier olandese Rutte, da sempre avverso all'idea, ammette che ora il tetto al prezzo del gas è in valutazione, non crede possa funzionare ma il punto è che se ne parlerà sul serio. Il ragionamento italiano è semplice, un tetto al prezzo d'acquisto serve non solo per abbassare la bolletta energetica ma per tentare di fermare l'uso politico che la Russia fa del gas, con i tagli alle forniture che stanno già colpendo molti Paesi europei. Per Draghi ridurre il margine del prezzo dissuaderebbe Mosca da questi stop and go, alla base la convinzione che se per l'Europa è difficile affrancarsi dalla Russia a stretto giro, per la Russia è ancora più difficile reclutare nell'immediato nuovi clienti diversi dall'Unione Europea.























