"Siamo qui per aprire una nuova pagina nella cooperazione tra Turchia e Russia". Così il leader di Ankara, Erdogan, si è presentato a Sochi dove ha incontrato il suo omologo russo Putin, che lo ha invitato nella sua residenza ufficiale sul Mar Nero. Il leader del Cremlino ha elogiato il Presidente turco per il suo ruolo nella firma dell'accordo che ha sbloccato le esportazioni del grano dall'Ucraina. Convenevoli rituali seguiti da un faccia a faccia molto proficuo. Il secondo in meno di tre settimane. Una tempistica che dice molte cose sull'asse che si è formato tra Mosca ed Ankara. Siria, la realizzazione di una centrale nucleare e Ucraina nell'agenda dei due capi di Stato. Per Erdogan l'accordo sul grano siglato il 22 luglio a Istanbul, è un campo di prova per altre possibili mediazioni, il cui obiettivo finale, nell'intenzione di Ankara, è un cessate il fuoco. La strada da fare è ancora lunga, ma il Presidente turco non vuole perdere il ruolo di mediatore conquistato in questi mesi. La Turchia sta spingendo per aumentare le partenze di navi dai porti ucraini. Dopo il cargo salpato lunedì mattina, altri 3 hanno lasciato Odessa e Chornomorsk con un carico complessivo di 56mila tonnellate di mais dirette in Irlanda, Gran Bretagna e Turchia. Bisogna accelerare il passo. Un calcolo ha stimato che occorreranno 900 navi per portare via tutto il grano e il mais ucraini stoccati, prima che marciscano nei silos. Ma intanto sul campo la situazione è sempre drammatica. Per ore la città di Mykolaiv è stata bersaglio di bombardamenti russi, che hanno provocato numerose vittime tra morti e feriti. Peggio ancora, l'esercito di Mosca avrebbe colpito l'area intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d'Europa. Secondo Kiev il fuoco russo non avrebbe colpito la centrale e nell'area dell'impianto non sono stati rilevati livelli di radiazioni fuori dalla norma. Opposta però la ricostruzione da parte russa, che parla di fuoco aperto dai militari ucraini e fiamme che lambirebbero le linee dell'alta tensione. Giovedì l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica aveva lanciato un allarme, avvertendo che la centrale è fuori controllo e che ogni principio di sicurezza è stato violato. Oggi sapere la verità circa quello che è successo, è tanto più importante, quanto difficile.























