Quanto italiana questa Londra, a poche ore dalla finale di Wimbledon e di Wembley. E l'understatement, per una volta, sembra essere tutto nostrano. Non svolazzano bandiere tricolore per le strade di Chelsea. Lì dove si trova lo stadio del club londinese che più di ogni altro ha avuto, e continua ad avere, calciatori e allenatori italiani. L'orgoglio c'è e tanto. Ma si aspetta l'esito per esultare. Gola è il ristorante dove Antonio Conte era solito venire quando allenava qui. Ed è il locale dove Jorginho ha festeggiato la vittoria in Champions League di quest'anno. "Per loro è la prima volta che arrivano in una finale. L'hanno sempre vista sulla PlayStation, a FIFA, cioè non sanno neanche cosa sia la finale. Noi siamo abituati. Noi viviamo della speranza che abbiamo battuto i tedeschi in casa. Noi giochiamo la nostra partita, che viene viene. Rispetto per tutti, paura di nessuno". Lucio è un altro ristorante di Chelsea, che è uno storico ritrovo dei calciatori italiani in terra londinese. Dario ha passaporto e accento britannico. Moglie inglese ma sangue rigorosamente sardo. Il locale, per la finale, resta chiuso. Tutti a casa a vedere la partita. "Chiusi per tifare l'Italia, per dare il nostro support e con la speranza che vinciamo e lo portiamo a casa nostra nonna, non in Inghilterra". Ma a fare la storia, in queste ore, non sono solo gli Azzurri. Matteo Berrettini è il primo italiano ad arrivare alla finale di Wimbledon. Al Tennis Club Chelsea, una volta frequentato da Lady Diana, il presidente della Camera di Commercio Alessandro Belluzzo, grande appassionato di questo sport, commenta così l'impresa: "É l'appuntamento storico. Perché a Wembley abbiamo già giocato con l'Italia invece un italiano, per la prima volta, giocherà in finale a Wimbledon. Il Tempio del tennis. E quindi siamo assolutamente tutti dalla parte di Matteo e Forza Italia. Ovviamente speriamo che dal pomeriggio si possa anche festeggiare continuamente verso la sera, per arrivare fino a notte fonda".