La sedazione è profonda, continua e controllata. Il protocollo per interrompere le cure a Vincent Lambert è avviato. Anche la Corte Europea dei Diritti dell'uomo ha respinto, per mancanza di nuovi elementi, l'appello dei genitori. Lambert ha 42 anni, da dieci, in seguito ad un incidente d'auto, è tetraplegico. I genitori non hanno accettato la decisione del Consiglio di Stato di interrompere le cure. Dopo che i medici dell'ospedale Sèbastopol di Reims hanno bloccato l'idratazione e l'alimentazione, hanno presentato un ricorso d'urgenza, contro il parere della moglie, che ritiene le cure un accanimento terapeutico. All'interno della famiglia le posizioni sono inconciliabili. I genitori, ferventi cattolici, non si danno pace. Alla notizia dell'interruzione delle cure, la madre ha definito i medici dei mostri. I fratelli di Lambert si dividono. In Francia il caso è stato un simbolo del dibattito sull'eutanasia. Lambert era un infermiere psichiatrico. Dopo l'incidente stradale del 2008, a causa di una lesione cerebrale, è totalmente dipendente dalle macchine. Nel 2001 è stata esclusa qualsiasi possibilità di miglioramento, sino a ritenere, nel 2014, il suo stato puramente vegetativo, ciò che i genitori definiscono invece uno stato di coscienza minima. In questo doloroso periodo - si legge nella mail del dottor Vincent Sanchez, che ha dato l'ordine a procedere - spero per il signor Lambert che tutti possono aprire una parentesi e unirsi a lui, in modo che questi momenti siano più sereni, intimi e personali possibile, ma così non è stato.