Torna su Facebook, su Instagram, su Twitter ma soprattutto torna. Cosa farà l'unico presidente della storia ad essere accusato di avere fomentato un colpo di stato in America? Donald Trump si è ricandidato alla Casa Bianca, per ora a quanto pare, piuttosto svogliatamente. Su di lui pesa ancora la macchia di aver mandato i sostenitori ad assaltare il Campidoglio perché non voleva affatto lasciare la presidenza. L'attacco che shockò il mondo, portò le principali piattaforme di comunicazione online, a sospendere i seguitissimi account dell'ex presidente, 87 milioni su Twitter, 34 su Facebook, 23 su Instagram, uno dopo l'altro tutti lo avevano bandito a tempo indeterminato, perché a colpi di post e falsità belle e buone, incitava all'odio politico. Censura o dimostrazione che nemmeno i presidenti sono al di sopra delle regole? Due anni sono passati, nel frattempo Trump ha provato a farsi un anti Twitter, che non ha sfondato, continuando una blanda attività politica. Il vero Twitter è stato comprato dal miliardario conservatore Musk, che al grido di libertà di parola per tutti a novembre, gli ha riattivato l'account. Stessa decisione prende ora Meta, la società che possiede Facebook e Instagram, che però lo ha già avvertito, in caso di ulteriori violazioni sarà di nuovo sospeso. Cosa del genere non dovranno mai più accadere, ha detto Trump, al quale i consiglieri suggeriscono di tornare sui social media più diffusi, perché fondamentali per la raccolta fondi e la costruzione del consenso. Finora però lui ha nicchiato e tutti in America si chiedono: astuto calcolo politico o si è dimenticato la password?.