Troppe fake news, mentre la guerra insanguina il Medio Oriente. Screenshot tratti da videogame commentati come se fossero immagini reali di battaglia, informazioni non verificate e fuorvianti per gli utenti. E così il social network X, un tempo Twitter, finito nel mirino dell'Unione Europea per i suoi contenuti definiti poco trasparenti e illegali dal Commissario Europeo per il Mercato Interno, è costretto a intervenire e a metter mano ai post. La piattaforma di Elon Musk, messa alle strette dall'ultimatum contenuto nella lettera di Thierry Breton, in queste ore ne ha segnalati e rimossi decine di migliaia, ritenuti riconducibili a simpatizzanti di gruppi terroristici, tra cui quello di un video spacciato per un attacco ai militanti di Hamas colpiti da un missile israeliano, che in realtà era stato girato in Siria nel 2019. Un'operazione di ripristino credibilità messa in atto in meno di 24 ore, proprio come chiedeva l'Europa. Lo ha annunciato l'amministratore delegato Linda Iaccarino in una lettera di risposta alle critiche avanzate al social, accusato di generare disinformazione. Ma sono le stesse accuse che vengono mosse anche a Facebook e a Instagram, in nome della legge sui servizi digitali che stabilisce obblighi molto precisi in materia di moderazione dei contenuti. Thierry Breton ha infatti scritto anche a Mark Zuckerberg una missiva fotocopia, esortandolo a contattare le autorità competenti in tempi strettissimi per rispondere alle stesse contestazioni, minacciando sanzioni per Meta in caso di non conformità con le norme europee. Un richiamo, quello di Bruxelles, che mira al contrasto dell'ondata di deep fake, non solo sul conflitto in Medio Oriente ma anche in vista delle prossime elezioni europee.