Falcon Strike, esercitazione internazionale con i nostri F35

Il portellone del C130 si apre in volo, ed eccoli apparire. Caccia F35 schierati per l'esercitazione "Falcons strike". Sono in aria a pochi metri dal nostro aereo militare i piloti li precedono e i caccia ne seguono la rotta. Sono italiani, statunitensi, olandesi, tra i nostri caccia anche uno della Marina Militare. Oltre mille i militari coinvolti per un'esercitazione che rappresenta un'occasione fondamentale di confronto anche con gli alleati. L'esercitazione Falcons strike è la principale, per l'aeronautica Militare italiana, perché è una esercitazione di quinta generazione con gli F35 che, quando sono in volo, possono essere dei centri di comando ma anche di controllo. "Effettivamente i velivoli di quinta generazione hanno un'elettronica così avanzata che possono contribuire alla "Decision making", viene detto, quindi al decidere cosa fare in quel momento e come sviluppare il resto della missione e il pilota dell'F35 può dare un contributo fondamentale". Non solo caccia e aerei dunque ma anche velivoli militari che possono volare anche per operazioni di cyber security o di intelligence. Come fanno gli Eurofighter schierata in Polonia all'interno dell'assetto Nato sul fronte est dell'Alleanza atlantica. "D'altronde lì siamo in uno scenario Peacetime ancora no, per fortuna, e speriamo di rimanerci. Quindi la Nato è una postura di difesa e di sorveglianza dei propri confini ed è più che altro spettatrice. Quindi quello che fanno gli Eurofighter lo possono fare anche gli F35 e viceversa". Gli F35 sono caccia che volano oltre il muro del suono ma che possono decollare ed atterrare in verticale, fermandosi in aria per poi acellerare fino a quasi 2000 km orari. "Ma la quinta generazione comunque non è solo quello più un appannaggio occidentale?" "Proprio per questo l'abbiamo dato anche all'avversario". "La crisi in Ucraina ci serve da lezione per imparare determinati scenari che possono essere utilizzati anche in futuro, ma, di fatto, questa esercitazione aveva già in sé determinate procedure, determinati metodi che poi avrebbero potuto dare anche agli equipaggi un un valore aggiunto, proprio in funzione di quello che è oggi la situazione di crisi che troviamo in Ucraina".