La Russia accusa gli Stati Uniti. Washington e Bruxelles confermano che quello ai gasdotti è stato un sabotaggio e hanno pochi dubbi che sia stato invece ideato da Mosca, unica ad essere presente in forze nell'area ed in grado di far saltare i tubi. Gli Stati Uniti definiscono ridicole le accuse russe e lo stesso dice Mosca delle insinuazioni occidentali. Danimarca e Svezia, i Paesi più prossimi alla zona colpita, aprono un'inchiesta su quanto accaduto che probabilmente potrà constatare solamente il tipo di danno ricevuto dall'infrastruttura ma difficilmente riuscirà a trovare impronte lasciate dall' autore del sabotaggio. Rimane il fatto che il principale gasdotto che collega la Russia all'Europa tramite il Mar Baltico è danneggiato forse in maniera irreversibile o in ogni caso ci vorrà parecchio tempo per aggiustare le tre grandi falle provocate da due esplosioni. A chi conviene un simile danno? Secondo l'occidente alla Russia che è riuscita così in un solo giorno a far salire il prezzo del gas che era sceso, guadagnando milioni di euro. Secondo la Russia agli Stati Uniti che col gasdotto non funzionante possono vendere più gas liquefatto ai Paesi europei guadagnandoci su. il Nord Stream era comunque fermo da inizio settembre per la rappresaglia russa contro le sanzioni, ma dentro rimaneva il gas necessario a mantenere pressione nel tubo. Bruxelles non ha dubbi che si tratti di un sabotaggio teso a rendere ancora più problematiche le prospettive energetiche del vecchio continente. E sempre qui da Bruxelles al quartier generale della NATO si teme che possano esserci altri attacchi ad infrastrutture simili dirette verso l'Europa. Ma la Russia, principale imputata, mostra di essere lei a voler andare fino in fondo alla vicenda. Chiede la convocazione di una riunione straordinaria del consiglio di sicurezza dell'ONU, organo bloccato dai sistemi di veti incrociati ma buono per accusarsi ufficialmente guardandosi in faccia.