Nessuna recessione, anzi l'economia americana è solida, pure troppo. Per questo, la Federal Reserve schiaccia ancora una volta, decisamente, sul pedale del freno. La Banca Centrale degli Stati Uniti ha alzato il costo del denaro di un altro 0,75% per il secondo mese consecutivo, dopo l'incremento di mezzo punto a maggio e quello di un quarto di punto a marzo. Il tasso di interesse per i finanziamenti, mutui per la casa o prestiti studenteschi, sale quindi attorno al 2,5%. L'obiettivo è fermare la corsa dell'inflazione: a giugno 9,1%, ai massimi da 40 anni, che si sta mangiando gli stipendi degli americani e rappresenta un pericolo politico per la Casa Bianca, in vista delle elezioni di metà mandato. Il Presidente della FED, J. Powell, confida di riportarla entro il 2 %, ma il timore di molti economisti è che una frenata troppo brusca possa mandare l'economia in retromarcia. Un rischio calcolato anche dal Segretario al Tesoro Yellen, secondo la quale però i dati fondamentali sono: il robusto mercato del lavoro, mediamente quasi 400mila nuovi posti negli ultimi tre mesi e la stabile spesa dei consumatori.























