Le proteste nate in tutta l'America dal brutale omicidio di George Floyd sono sempre state caratterizzate da luci ed ombre, ancor di più nelle ultime 24 ore. A Seattle, la zona autonoma creata da manifestanti davanti al congresso dello Stato di Washington, nata come un tentativo di autogestione che lasciasse al di fuori le forze dell'ordine, si è riscoperta vittima della totale mancanza di controlli. Negli ultimi 10 giorni almeno 4 sparatorie hanno interrotto quella che voleva proporsi con una forma di manifestazione pacifica, 2 morti finora, tra cui un ragazzino di appena 14 anni, e la sensazione è che all'interno del perimetro in mano agli attivisti la situazione sia ormai fuori controllo. Diverso il caso di New York dove il movimento Occupy City Hall ieri ha portato a casa se non una vittoria comunque un risultato importante. Dalla scorsa settimana centinaia di manifestanti hanno occupato la piazza di fronte al comune per chiedere un taglio ai fondi della polizia di New York. Una protesta che in realtà è appoggiata soltanto dal 41% dei newyorchesi. Eppure dei risultati sono arrivati, il Sindaco ieri ha annunciato che taglierà di un miliardo di dollari, i soldi a disposizione del Dipartimento di polizia della città. Eppure, per chi protesta non è ancora abbastanza. La battaglia dunque è ancora lunga secondo i manifestanti, ma resta il fatto che grazie alla loro mobilitazione sono comunque riusciti a portare la questione dell'eccessivo uso della forza da parte della polizia e del razzismo sistemico in cima all'agenda politica di amministrazioni locali di primo piano come quella di New York con sviluppi che prima della tragica morte di George Floyd non erano neanche all'orizzonte.