“Vi devo delle scuse, vi devo delle scuse, anzitutto quelle di dover difendere il mio onore e quello di mia moglie nel momento in cui l’obiettivo essenziale, per voi e per me, è difendere il nostro Paese”. A parlare non è il François Fillon degli ultimi giorni. Il candidato della destra alle presidenziali francesi di aprile prossimo è rinvigorito e grida a piena voce sul palco di Plas Trocadero insieme alle migliaia di sostenitori che si sono radunati per lui nel pomeriggio di domenica con striscioni e bandiere tricolori. Un fiume di persone inneggia al suo nome mentre lo ribatte chiedendo un ultimo sforzo per andare fino in fondo e restare uniti dietro la sua candidatura, perché Fillon, una volta favorito a battere l’estrema destra di Marine le Pen, che vola nei sondaggi, oggi è sempre più solo. Lo hanno abbandonato i centristi dell’Udi ritirando il sostegno. Lo ha lasciato perfino il direttore della sua campagna elettorale, nonché artefice della sua vittoria alle primarie della destra contro Alain Juppé, che forse ora potrebbe prendere il suo posto alla corsa all’Eliseo. Fillon, che il prossimo 15 marzo sarà interrogato dai pm nell’ambito dell’inchiesta sui presunti incarichi fittizi a moglie e figli, è attaccato da tutte le parti, ma resiste e insieme a lui anche la moglie Penelope, che nella sua prima intervista dopo lo scandalo al Journal du Dimanche lo difende: “Solo lui può diventare Presidente” e spiega che il lavoro fatto per il marito era legale e dichiarato. Ma se sul piano della partecipazione la scommessa di François Fillon è vinta, non si può dire lo stesso nel gradimento degli elettori. Secondo un sondaggio, il 71 per cento dei francesi vorrebbe che ritirasse la propria candidatura, mentre tre simpatizzanti su dieci credono ci possa essere un’alternativa alla sua figura. Stando alle intenzioni di voto, al ballottaggio del 7 maggio tra Emmanuel Macron e Marine le Pen il candidato centrista potrebbe avere la meglio con il 61 per cento sul 39 del Front Nacional, mentre il socialista Benoit Hamon con un programma di sinistra radicale avrebbe poche speranze di far presa sugli elettori, e così anche il candidato comunista Jean-Luc Mélenchon.