Michel Barnier è arrivato alle 8:00 di sera giovedì all'Eliseo, per presentare al Presidente Macron la nuova squadra di governo a cui ha lavorato per due settimane, non senza difficoltà. "Grazie e a domani", l'ha salutato Macron dopo un'ora di colloquio, lasciando cosi la situazione in sospeso, in attesa della presentazione ufficiale dei nomi. Secondo le prime informazioni diffuse nella serata, sarebbe ancora una volta il partito di Macron a contare il maggior numero di ministri: ben 7 sul totale dei 16 con portafoglio. A cui se ne aggiungerebbero 3 provenienti dai partiti tradizionalmente alleati di Macron MoDem Horizons, 3 dai repubblicani da cui lo stesso Michel Barnier proviene, uno centrista, uno del gruppo misto di destra, uno del gruppo misto di sinistra. Con l'aggiunta dei ministeri senza portafoglio, il numero salirebbe a 38 membri, scelti nel rispetto della parità di genere, ma non tanto dell'esito delle elezioni legislative di luglio, vista la scarsa rappresentanza della sinistra, vincitrice di un terzo dei seggi nell'Assemblea Nazionale. L'orientamento appare invece chiaramente a destra, senza sorprese, visto come si erano evolute le discussioni nelle ultime settimane. Una destra moderata che accetta di accompagnare le richieste del gruppo marconista su immigrazione, su cui promettono fermezza e umanità, e tasse, che non dovrebbero aumentare per la classe media nonostante la dura battaglia contro il debito pubblico che Barnier dovrà condurre. A questo punto un'altra prova attende il nuovo Primo Ministro Michel Barnier, il discorso di politica generale da tenere davanti all'Assemblea Nazionale, in base a quello i suoi alleati decideranno se restare tali oppure no. In questo senso si sono espressi i membri della destra di Le Pen e Bardella, i cui voti sono essenziali al nuovo governo per evitare una sfiducia. La data del discorso è già segnato in calendario: il primo di ottobre.