Tutto è nelle mani del Consiglio dei Saggi di Parigi, l'equivalente della nostra Corte Costituzionale, che potrebbe dare una svolta decisiva alle sorti della contestata riforma delle pensioni che ha portato centinaia di migliaia di francesi per le piazze. La decisione che si attende a breve potrebbe essere una parziale revisione e l'indizione di un referendum popolare, insomma la vittoria politica della piazza. Una piazza che si è riempita, puntuale, per la 12esima settimana consecutiva, con i manifestanti che chiedevano a gran voce l'abrogazione della riforma del sistema pensionistico e che hanno ingaggiato, per settimane, scontri con le Forze dell'Ordine. Da Parigi a Lille, da Nantes a Rennes, le immagini delle agenzie hanno raccontato dei continui disordini. Secondo le previsioni delle Forze dell'Ordine, il 12esimo giorno sarebbe dovuto essere un po' in tono minore con una stima tra le 400mila e le 600mila persone, in calo rispetto alle precedenti settimane, che invece avevano visto l'adesione di oltre 700 mila partecipanti. Come sempre Parigi resta la capitale delle manifestazioni. Quasi subito dopo l'inizio, la mobilizzazione nella Capitale, la Polizia è dovuta intervenire a Rue de Rivoli, dove i manifestanti hanno iniziato a tirare sassi contro le vetrine. Alcune ore prima che la marcia prendesse il via, i manifestanti avevano ammucchiato sacchi di rifiuti davanti al Consiglio Costituzionale. Scontro anche sui numeri a Parigi. 40mila i manifestanti secondo i sindacati, un decimo, 4mila secondo le forze dell'ordine. Violenze sono state segnalate a Nantes e a Rennes. Secondo i sindacati a Nantes erano circa 25mila, 10mila secondo la Polizia. Proiettili di gomma sono stati lanciati al passaggio del corteo davanti alla Prefettura, le Forze dell'Ordine hanno risposto con i lacrimogeni. Nell'attesa che la Corte si pronunci, c'è attesa anche per la decisione del sindacato dei netturbini, che potrebbe aderire allo sciopero indetto dai sindacati. L'immagine di una Parigi soffocata nuovamente dai rifiuti, come già successo in passato, è un altro incubo per Macron.