A pochi giorni dalle elezioni legislative, scandali e indagini costringono già il Governo Macron a cambiare pelle. In attesa della nuova squadra che sarà presentata domani, il rimpasto consuetudinario guidato dal premier Edouard Philippe si è rivelato più ampio del previsto. Prima la notizia che Richard Ferrand, ministro alla coesione territoriale e fedelissimo di Macron, avrebbe lasciato per volontà dello stesso Presidente. Ferrand è oggetto di indagini preliminari per conflitto di interessi nella gestione di alcuni appalti, ma non lascerà le prime file del partito e assumerà la guida del gruppo parlamentare di En Marche all’Assemblea nazionale. Poi le dimissioni di Sylvie Goulard, ministro alla difesa, esponente del partito centrista MoDem fondato da François Bayrou, coinvolto nel caso dei presunti impieghi fittizi agli assistenti parlamentari al Parlamento europeo. All’origine delle dimissioni la direzione moralizzatrice della politica voluta dal nuovo capo dell’Eliseo che ha fatto della trasparenza una bandiera della propria campagna elettorale. Lo scandalo, scoperchiato dal Front National, sta sgretolando il partito centrista MoDem lasciando in bilico anche il ministro agli affari europei, Marielle de Sarnez, e lo stesso ministro alla giustizia, Bayrou, padre della nuova legge sulla moralizzazione della politica. Sarà forse necessaria una rifondazione radicale come quella del Front National che si prepara al futuro lasciando indietro il padre fondatore.