La nuova politica francese ha perso quattro pezzi ma lo ha fatto con lo stile della vecchia a seguito di un’inchiesta giudiziaria. Quattro ministri fuori in poche ore per il rischio di essere indagati. Fra questi il leader del MoDem, il principale alleato del vincente Emmanuel Macron, François Bayrou. Ma l’appuntamento con l’annuncio del nuovo Governo, e quindi del primo Consiglio dei ministri, è stato rispettato perché tutti i dimissionari sono già stati rimpiazzati mentre la magistratura francese porta avanti le indagini che si sono focalizzate proprio sul partito del MoDem in merito alle funzioni dei suoi assistenti parlamentari, retribuiti con i fondi del Parlamento europeo ma impiegati nella sede parigina del partito. Stessi dubbi sulla gestione di fondi che hanno già investito il Front Nacional di Marine Le Pen e che sono costati la vittoria François Fillon, leader della destra repubblicana. Il MoDem si ritrova così fuori dai giochi e il neopresidente Macron perde l’alleato finora considerato fondamentale per governare il Paese ma che oggi è diventato un compagno imbarazzante, schiacciato dalla pressione di un’inchiesta arrivata paradossalmente proprio nel giorno in cui veniva annunciata la nuova riforma sulla moralizzazione della vita pubblica, promossa dallo stesso Guardasigilli dimissionario. L’uscita dall’Esecutivo dei centristi arriva, quindi, in uno dei momenti più delicati per il Governo. Dopo aver stravinto nelle ultime elezioni legislative, ottenendo la maggioranza assoluta all’Assemblea nazionale, Macron si appresta ad intraprendere il grande cantiere delle riforme. Con la destra repubblicana che sul progetto si spacca, un nuovo Gruppo parlamentare è infatti disponibile a sostenere le proposte di riforme all’Assemblea, un chiaro segnale proprio per Macron.