Un rimpasto di Governo vicino, alleanze dolorose da costruire e un Consiglio dei Ministri annullato mentre continua il no comment presidenziale. La prima giornata post elettorale a Parigi si conclude con una sola certezza: l'Assemblea Nazionale, la Camera dei Deputati francese, non era mai stata così frammentata. Sono archiviati i 5 anni in cui Macron, forte della maggioranza assoluta in Assemblea Nazionale, è stato accusato di aver imposto dall'alto le riforme alle opposizioni e vanno avanti adesso le negoziazioni della maggioranza presidenziale per trovare degli alleati, portare avanti gli iter legislativi e resistere agli assalti delle opposizioni. Mentre il Governo di Macron perde tre Ministre non elette alle legislative e dunque costrette a dimettersi, infatti sinistra ed estrema destra già tentano l'assalto. Da un lato la sinistra radicale di Mélenchon annuncia una mozione di censura nei confronti della Prima Ministra Borne il 5 luglio, poi invita gli alleati socialisti, comunisti ed ecologisti a formare un gruppo unico, non solo elettorale ma parlamentare, ricevendo per ora tre no convinti. Dall'altro lato l'estrema destra di Marie Le Pen non cela l'ambizione di poter essere utile alleato del Governo a proprio vantaggio e rivendica il ruolo di principale partito di opposizione. Le lancette corrono, il 5 luglio era già previsto il voto di fiducia nel nuovo Parlamento per il programma della Prima Ministra Borne, saranno due settimane di trattative intense.























