Ti aspetti un normale sabato di campagna elettorale e ti ritrovi nell’ennesima giornata di paura. La sparatoria di Orly piomba in pieno clima di avvicinamento alle elezioni presidenziali di aprile-maggio e ha l’effetto di riportare in cima all’agenda i temi del terrorismo e della sicurezza. Prima ancora dei candidati, ci pensa il Presidente Hollande a ricordare che anni sono stati per la Francia gli ultimi cinque. “Sono diversi mesi, anzi diversi anni che affrontiamo il terrorismo, perché già cinque anni fa ci sono stati gli atti terroristici di Tolosa e Montauban, e il mio pensiero va in particolare alle famiglie coinvolte”. Hollande resterà fuori dalla partita dell’Eliseo, mentre tocca ai principali candidati marcare la propria presenza. Dal palco di Metz, Marine Le Pen loda il coraggio dei militari e denuncia il lassismo del Governo. “È impaurito, paralizzato come un coniglio davanti ai fari di una macchina”. Parole che fanno infuriare il Primo Ministro Cazeneuve, che chiede alla leader del Front National di dare prova di dignità. Più ufficiali e pacati i commenti del candidato della destra repubblicana Fillon, del socialista Hamon e del sempre più lanciato Macron. Per tutti il sostegno a militari e poliziotti arriva attraverso un tweet di ringraziamento. Meno social e più sociale, vecchia maniera, invece, è la mobilitazione dell’ultrasinistra, che ha riempito Parigi con bandiere rosse e slogan di lotta. Il suo leader, Mélenchon, lunedì sarà insieme agli altri big al primo duello televisivo in vista del primo turno del 23 aprile.