A Parigi le lancette vanno indietro fino al 14 luglio 2016 quando un militante dello Stato islamico si lancia con un camion sulla folla riunita a Nizza per i fuochi d'artificio, uccidendo 86 persone e ferendone altre 450. Sei anni dopo molti sopravvissuti sono nella capitale per la prima seduta davanti alla Corte d'Assise speciale. Gli imputati, parti civili e avvocati si ritrovano qui, nel Palazzo di Giustizia, nel cuore di Parigi nell'aula bunker costruita per ospitare già pochi mesi fa il processo per gli attentati del 13 novembre 2015 a Parigi. La prima giornata è stata dedicata all'identificazione delle circa 900 parti civili e all'interrogatorio d'identità degli accusati. L'attentatore fu ucciso dalla Polizia il giorno dell'attacco, ma sette uomini e una donna sono imputati a vario titolo per aver contribuito alla logistica, senza tuttavia essere considerati complici o collaboratori. Tre sono accusati di associazione terroristica e sono detenuti, quattro sono sotto controllo giudiziario e si presenteranno liberi davanti alla Corte; l'ottavo è sfuggito al controllo giudiziario e sarebbe, secondo il suo avvocato, detenuto in Tunisia. Per lui è stato spiccato un mandato d'arresto. Le sedute andranno avanti dal martedì al venerdì, tutti i giorni e dovrebbe concludersi salvo ritardi a metà dicembre.























