La speranza che la tregua a Gaza regga è un po' più forte. Israele, dopo alcuni giorni di ambiguità, ha chiarito che non ha alzato la posta e che si aspetta da Hamas il rilascio di tre ostaggi vivi sabato, così come concordato a metà gennaio. Il movimento islamista palestinese sembrerebbe pronto a rilasciare il prossimo gruppo di ostaggi entro la data prevista dagli accordi di tregua, dunque senza alcun ritardo, evitando l'inferno evocato dal presidente americano Donald Trump. Se Hamas non rispetterà i patti, Israele farà saltare il cessate il fuoco e sarà guerra. Tanto è che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu valuta, insieme ai vertici militari e della sicurezza, i possibili scenari a Gaza nel caso in cui il prossimo scambio ostaggi prigionieri, il sesto dall'inizio della tregua, non dovesse avvenire. I riservisti, già richiamati ulteriori truppe inviate a Gaza e al confine, insomma, tutto pronto per riaprire la guerra. In un momento così cruciale, la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, supera il valico di Rafah, nel sud della Striscia, durante una consegna di aiuti umanitari. Prima visita a Gaza di un leader europeo da oltre un decennio, che sottolinea, come dice Metsola, il ruolo fondamentale dell'Unione Europea nel sostenere gli sforzi umanitari nell'enclave e l'impegno dell'unione a continuare a sostenere il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. .