G20 Roma, il bilancio del presidente Usa Joe Biden

Qui a Roma si è mostrata la forza dell'America. Il Presidente degli Stati Uniti conclude così il G20 italiano e per lui è stata una missione compiuta. Joe Biden doveva ristabilire la fiducia con gli alleati, incrinata negli ultimi mesi da alcuni clamorosi incidenti di percorso ma, ha fatto pace con i francesi irritirati per l'affare miliardario dei sottomarini soffiatogli da Washington, ha guidato l'accordo su una minima tassazione globale per i giganti multinazionali, mantenuto l'impegno del suo Paese per un'economia a zero emissioni inquinanti entro il 2050, scadenza evocata ma non scritta invece dai 20 grandi, siglato l'intesa con l'Unione europea per cancellare i dazi imposti dal predecessore, nella guerra dell'acciaio e dell'alluminio, intavolato quella che nei fatti sembra la costruzione di un'area economica sicura per garantire al suo interno la distribuzione di materie prime e prodotti fondamentali e promesso le risorse dell'America per imbastire una struttura in grado di realizzare in tempi record le armi contro la prossima pandemia. Nelle sue considerazioni finali l'uomo più potente del mondo fa insomma un bilancio del summit estremamente positivo e lusinghiero. Ringrazia subito il Presidente del Consiglio Mario Draghi: "Ha fatto un lavoro dannatamente buono" dice mentre lancia una frecciata ai grandi assenti, Putin e Xi Jinping, Cina e Russia sottolinea, non si sono praticamente presentate con alcun impegno. Infine si emoziona parlando del suo incontro, forse più importante, in Vaticano e con voce rotta svela un aneddoto dell'incontro con il Papa venuto a Philadelphia 5 anni fa appena tre mesi dopo la morte dell'adorato figlio Beau. A Washington l'uomo più potente del mondo trova ad attenderlo una popolarità in caduta libera appena sopra il 40%: "Ma io non mi sono candidato per essere popolare" spiega mentre si dice sicuro che il travagliato budget per finanziare la sua visione dell'America passerà il congresso entro la fine della settimana.