Si fa spazio a fatica poi prende e stringe tra le sue la mano del figlio morto, indossa il giubbotto antiproiettile con su scritto Press, non lo toglie nemmeno nel momento in cui è soltanto un padre. "Come si può sopportare la morte di un altro figlio"? Si chiede, "Dopo che ho perso parte della mia famiglia, come si può"? Lui è Wael Dahdouh Capo dell'ufficio di Al Jazeera nella Striscia, uno dei reporter di punta della TV qatariota noto perché aveva già dovuto affrontare la morte di moglie, due figli adolescenti, un nipotino di un anno, uccisi in un raid israeliano nell'ottobre scorso sulla casa in cui si erano rifugiati nel campo profughi di Nuseirat e lo aveva scoperto nel modo peggiore mentre era in onda su Al Jazeera proprio per raccontare gli attacchi israeliani eppure ha continuato ostinatamente come pochi altri a raccontare il massacro in corso a Gaza e oggi deve dire addio ad un altro dei suoi figli si chiamava Hamza e aveva scelto di fare lo stesso mestiere, il giornalista. "Il mondo deve vedere con i suoi occhi e non con quelli d'Israele dice deve ascoltare, guardare ciò che sta accadendo al popolo palestinese. Hamza è rimasto ucciso dopo che un missile israeliano ha centrato l'auto su cui viaggiava a Ovest di Khan Yunis nel Sud della Striscia morto anche il collega Mustafa Thuraya. Entrambi lavoravano per Al Jazeera che in un comunicato ha duramente condannato gli attacchi delle forze di occupazione israeliane contro le auto dei giornalisti palestinesi ed ha accusato Tel Aviv di violazione dei principi della libertà di stampa. Nello stesso attacco altri due reporter sono rimasti feriti.