Per la prima volta, i membri della delegazione israeliana iniziano a parlare del day after ossia del sistema di governance dentro la Striscia di Gaza una volta che la guerra sarà finita e fanno arrivare il messaggio forte e chiaro tramite la stampa saudita che in questi mesi è stata il principale veicolo di comunicazione tra le fonti israeliane e del mondo arabo. Dal tavolo delle trattative di Doha, Israele avrebbe aperto alla possibilità di un corpo indipendente palestinese alla guida di Gaza, così come già proposto in passato dai principali partiti palestinesi tutti tranne quello del presidente dell'ANP Abbas Fatah. In questo scenario, verrebbe istituita una forza internazionale di interposizione simile all'unifil in Libano con gli Stati Uniti responsabili della supervisione della attuazione di tale accordo. Secondo queste indiscrezioni, Israele è tornata a proporre l'esilio dei leader di Hamas da Gaza, ma con garanzia di immunità da assassini mirati israeliani all'estero. Brett McGurk, il principale consigliere per il Medioriente dell'amministrazione del preside statunitense Joe Biden, ha preso parte ai colloqui a Doha, mentre Benjamin Netanyahu convoca una riunione con i principali ministri per discutere del cessate il fuoco e della situazione in Libano dove la fragile tregua temporanea tra Israele ed Hezbollah scadrà il 27 gennaio con entrambe le parti che si accusano a vicenda di violazione delle condizioni del cessate il fuoco. L'esercito israeliano si trova ancora presente in circa 60 villaggi e oltre 160mila libanesi rimangono sfollati senza possibilità di ritornare alle loro case. Dentro Gaza, ottavo neonato morto di ipotermia. Il suo nome era Youssef, la madre si è svegliata nella sua tenda e ha trovato l'infante morto di freddo al suo lato. Decine le vittime anche oggi in tutta la Striscia di Gaza, 200 in tre giorni secondo fonti locali.