Nel secondo anniversario del 07/10 Re'im si è svegliato così, commemorando alle 06:29 in punto, con un minuto di silenzio, le 378 persone ammazzate dal fuoco dei fucili imbracciati dai terroristi di Hamas. 4.000 i giovani presenti all'alba di quel sabato nero al Nova Music Festival, un rave durato ore in questa foresta nel sud di Israele, trasformata oramai in un memoriale. Foto delle vittime, una accanto all'altra, a ricordare il giorno più buio della storia del paese, quello che ha visto gli uomini armati di un reparto scelto di Hamas riuscire ad accecare i sistemi di sorveglianza israeliani, sfondare la barriera di contenimento che isola la Striscia di Gaza e compiere l'impensabile. Oltre 1.200 le persone uccise, 250 quelle rapite, di cui 48 ancora nelle mani del gruppo islamista palestinese. Non placa il dolore stringersi in un abbraccio collettivo, scandire i nomi dei ragazzi del Nova Festival, uno ad uno, portare fiori, accendere ceri. Gli occhi di familiari, amici, conoscenti sono tutti persi nel vuoto perché non è abbastanza aggrapparsi al ricordo. Impresse nella memoria collettiva ci sono sì loro, le vittime di Israele, ma anche le azioni sanguinose di Hamas. Le ricordano tutti nei kibbutzim a pochi chilometri da Gaza, Kfar Aza, Be'eri, Nir Oz, solo per citarne alcuni, dove gli uomini di Hamas bruciano, saccheggiano, uccidono, stuprano, dove la battaglia è casa per casa, dentro le case. In pochi scampano alla morte, ma chi è sopravvissuto al massacro o è riemerso dai tunnel della Striscia, ricorda, perché un altro 07/10, come ripetono tutti durante le commemorazioni, non sia possibile. Perché come ripetono dalla piazza di Tel Aviv, rinominata Piazza degli Ostaggi, i negoziati in corso in queste ore in Egitto per fermare la devastante guerra a Gaza e l'operazione israeliana che ha ucciso oltre 67.000 persone, rendano giustizia anche a chi aspetta di riabbracciare o seppellire i propri cari. .























