A Gaza, in Israele, è trascorsa la seconda giornata di tregua senza che siano stati registrati altri episodi di violenza. Il cessate il fuoco bilaterale, entrato in vigore venerdì all'alba, regge anche grazie alla mediazione dell'Egitto i cui emissari hanno avuto colloqui per consolidare la tregua. Intanto migliaia di profughi palestinesi sono tornati a casa e anche gli israeliani hanno cominciato a riprendere una vita normale. 130 camion di varie agenzie umanitarie, compresi quelli delle Nazioni Unite, hanno portato a Gaza medicine, cibo e carburante dopo che Israele ha riaperto il valico di Kerem Shalom. L'emergenza umanitaria, nella striscia, è profonda ed è evidenziata dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU che, nella sua prima dichiarazione unitaria dallo scoppio del conflitto il 10 maggio, chiede il rispetto totale del cessate il fuoco tra Israele e Hamas. I membri del consiglio ribadiscono inoltre l'importanza di un assetto regionale basato su due Stati democratici, Israele e quello palestinese, che possano vivere fianco a fianco in pace con confini sicuri e riconosciuti. Ruolo determinante, in questa fase, è quello della nuova amministrazione USA. Biden rovescia la politica del suo predecessore insistendo sulla necessità di rilanciare la soluzione a due Stati. Il Presidente americano punta, oltre all'immediata e necessaria ricostruzione di Gaza, su un pilastro fondamentale: il diritto all'esistenza di uno Stato ebraico indipendente. Per questo, nella regione, è in arrivo il Segretario di Stato Blinken che mercoledì, in Israele, avrà colloqui con il premier Netanyahu e giovedì andrà a Ramallah per incontrare il Presidente Abu Mazen. E la crisi israelo-palestinese è stato uno dei principali argomenti del dialogo avvenuto a Roma tra Papa Francesco e la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.