Stiamo facendo incredibili progressi e presto potremmo avere un accordo per Gaza: parola di Donald Trump. Condizioni e scadenze ci sono, ma per la Casa Bianca non è il momento di metterle nero su bianco. Fra tutti coloro che sono impegnati nelle trattative per la pace in Medio Oriente, il presidente americano è il più ottimista, come spesso accade. Nel Sinai egiziano sono iniziati i negoziati sul piano di pace presentato dagli Stati Uniti, piano approvato da Israele nonostante le perplessità della destra radicale. Anche Hamas ha detto "sì", seppure con alcune riserve. Si stanno comportando molto bene, dice Trump dei negoziatori palestinesi. Alle trattative partecipano anche Qatar, Egitto e Turchia, mentre i delegati americani Steve Witkoff e Jared Kushner arriveranno in seguito. Per il momento si negozia sui negoziati, per così dire, si cerca cioè di creare la cornice entro la quale portare avanti le trattative. Al centro delle discussioni anche i dettagli pratici relativi al rilascio degli ostaggi israeliani. Mentre fa discutere il fatto che, nonostante l'esplicita richiesta di Trump, lo stato ebraico non abbia fermato i bombardamenti limitandosi a diminuirne la portata. I raid si concentrano soprattutto a Gaza City. Non c'è nessuna tensione con Netanyahu, assicura Trump. Il presidente ha parlato con il leader turco Erdogan e con il re di Giordania Abdullah. Anche l'Iran vuole l'accordo, assicura Trump. Il presidente ha qualcosa da dire anche su Greta Thunberg: ha un problema di gestione della rabbia, sentenzia, penso che dovrebbe consultare un medico. .























