Mohammed Antiz ha 37 anni e un ex tassista e con la sua famiglia vive in una tenda a Gaza City dove non ha più una casa distrutta per la terza volta in 15 anni. A un mese dall'annuncio della tregua a Gaza, la guerra non è davvero finita i bombardamenti si sono ridotti ma non sono cessati del tutto, si continua a combattere a sud e i droni israeliani restano nei cieli. Le strade sono disseminate di macerie e per chi è rimasto la sopravvivenza quotidiana resta una corsa contro il tempo. Gli aiuti sono minimi e non c'è nessun segno di ripresa, raccontano gli sfollati. Per sopravvivere Mohammed Antiz ha costruito una stufa improvvisata e ha scavato una latrina vicino al suo rifugio. Oggi, come prima della tregua non c'è nulla né sicurezza, né cibo, né prospettiva. Un mese dopo l'accordo Gaza resta una terra sospesa tra una guerra che non finisce e una pace che non comincia. Per loro pace significa un pasto caldo, la libertà di giocare e il sogno di tornare ad avere una casa, ma per ora restano tra le macerie di quella che una volta era la loro città. .























