Generazione Europa, Usa vs Ue

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Europe has to be very careful. We will not do. In Ukraine others have done in Afghanistan. We will remain supporting Ukraine. The European Union is the essence of freedom. It's part of the freedom of speech to put out even completely crazy statements. Buon pomeriggio dal Parlamento europeo, buon pomeriggio a Brando Benifei del Partito Democratico, e buon pomeriggio ad Alessandro Ciriani, collegato con noi dall'Italia di Fratelli d'Italia. Grazie per essere intervenuti in un giorno in cui, um Già da alcuni giorni bisogna dire, si parla di fortissime tensioni, um tra le due sponde dell'Atlantico. Nella copertina che ha preparato Ludovica Rossi abbiamo avuto un assaggio del botta e risposta, ma certamente le critiche di Donald Trump all'Europa, ai leader europei e alla politica che l'Europa sta facendo stanno colpendo molto. allora Voglio chiedere subito ad Alessandro Ciriani, prima di parlare delle degli argomenti specifici dell'Ucraina, delle multe ai giganti del web, ma in generale, che impressione vi hanno fatto um le critiche o meglio il tenore di queste critiche del Presidente degli Stati Uniti? Guardi, io le dico molto sinceramente che mi meraviglio se qualcuno si meraviglia. Perché le critiche arrivate dagli Stati Uniti sono solo le ultime in ordine di tempo rispetto a delle analisi um critiche nei confronti della politica europea, ascrivibili tra l'altro a figure che non sono iscrivibili nel club dei Maga, faccio riferimento a Mario Draghi, ed Enrico Letta, i quali ripetutamente al Parlamento europeo, hanno denunciato il rischio irrilevanza e declino economico, dell'Europa. Solo che ero rimasto molto colpito quando venne Draghi però. Sì, certo, no, per una verticalizzazione dell'architettura europea, nonostante i fallimenti che non è registrati, in questo caso gli Stati Uniti si stanno domandando, che ruolo può avere strategicamente l'Europa rispetto ai loro interessi. Credo che sia una domanda assolutamente legittima, forse dovremmo interrogarci che cos'è l'Europa. Oggi è una ostaggio di una serie di una selva di istituzioni che producono burocrazia a ritmi industriale che non affronta invece i veri nodi del nostro tempo. Chiedersi se è il caso di assumersi le proprie responsabilità, invece che fare dichiarazioni piuttosto retoriche, come quello che ho sentito nel servizio introduttivo, credo che sarebbe un esame, un esercizio assolutamente necessario. Benifei? Mah io credo che chi oggi blocca l'Europa rispetto ai temi anche che abbiamo appena ascoltato, eh sono alcune forze politiche, cioè ci sono quelli che dicono l'Europa deve, um Acquisire più sovranità comune, superare il meccanismo dei veti, avere un bilancio comune più forte, fare, insieme debito comune, le cose che dice appunto Mario Draghi, che veniva ricordato, um e prendere una strada di maggiore sovranità, perché di fronte a Stati Uniti e a Cina, che sono due grandi potenze unitarie che fanno politiche comuni e mobilitano enormi capitali, hanno grandi potenze anche militari, l'Europa è tutta frammentata e ancora 27. Paesi solo latamente uniti. allora le critiche degli Stati Uniti a me sembrano invece un attacco chiaro al fatto che l'Europa, se si unisce è più forte nel confronto con l'amministrazione Trump, se invece, ci buttiamo in questa strada delineata appunto dagli Stati Uniti in questo documento di dividerci ancora di più, beh ci compreranno un po' a pezzettini, faranno di noi quello che vogliono. Secondo lei di fatto ecco l'interesse americano è un'Europa più frammentata. L'interesse di questa America, l'interesse di questa amministrazione americana, che certamente è contro l'integrazione europea, ma io credo per interessi, um diciamo di parte anche di quei grandi miliardari del delle big tech che non vogliono regole. Di questi ne parleremo. Vediamo un attimo um in queste due grafiche um quello da cui tutto è un po' è partito, o meglio, è partito l'ultimo round di scontri, cioè la strategia di sicurezza nazionale, um Degli Stati Uniti, sono 30 pagine, noi abbiamo tirato fuori dei punti specifici. La NATO non può essere considerata un'alleanza in continua espansione, si dice in questa strategia che è annuale, che viene aggiornata continuamente. L'Europa non dovrebbe, um l'Europa dovrebbe assumere il controllo quindi dell'alleanza atlantica a partire dal 2027, attualmente di fatto è in mano agli Stati Uniti. L'Europa, secondo questa strategia di sicurezza, rischia la cancellazione, della sua civiltà e sarà irriconoscibile tra vent'anni, e sulla guerra in Ucraina l'Unione Europea ha aspettative irrealistiche. Ora Ciriani certamente è mol- è legittimo che uno stato sovrano come gli Stati Uniti abbia una strategia di difesa in cui tra l'altro, rileva delle cose anche oggettive che um riguardano il vecchio continente e però um, Come convincete voi gli americani, che l'Europa per- deve diventa- deve rimanere un alleato strategico perché in generale, leggendo il tono di queste strategie di difesa, sembra che l'America guardi proprio decisamente altrove, non ha più l'Europa vicino al cuore, ecco, diciamo questo. beh Questo lo sapevamo, però intanto stiamo presentandoci con una postura diversa, Benifei parlava, di una maggiore integrazione, ma se non c'è questa integrazione non è per colpa degli Stati Uniti, ma per le fallimentari politiche fino adesso portate avanti, Dall'Unione europea stessa, da scelte suicida dal punto di vista economico, dall'impossibilità addirittura di parlare di Europa in tema di difesa, tant'è vero che, i singoli stati si sono mossi, non l'Unione Europea, la fonda line di fatto oggi è un fantasma nella politica internazionale rispetto al protagonismo di Macron o di altri capi di Stato. Questo è un dato evidente, se si legge il documento anziché solamente commentarlo, si leggerà anche che gli Stati Uniti ritengono dal punto di vista culturale e strategico, l'alleanza con l'Europa è qualcosa di vitale e di fondamentale. Quale unità europea ci può essere in assenza di una costituzione? È vero o non è vero che siamo un gigante burocratico, una scatola economica e burocratica senza alcuna identità. Bene, queste domande bisogna porsele. Aggiungo, per decenni abbiamo ascoltato che lo zio Sam era un inquilino sgradito all'interno dell'Europa. Nel momento in cui gli Stati Uniti cambiano le loro strategie e guardano con maggiore interesse all'ind Pacifico all'America Latina e Dicono, beh adesso non dovete fare più il freelider, come disse Obama, non lo disse Trump, ma dovete assumervi la responsabilità di gestire la politica di difesa europea. Qualcuno dice eh no, ma gli americani non se ne possono andare. E qui si apre tutto il capitolo sulla partita della difesa europea. Vede, io penso a questo 80000 americani dispiegati sul territorio europeo non hanno impedito a Putin di invadere prima la Georgia, poi poi l'Ucraina stessa. Bene, l'unico obiettivo che che abbiamo raggiunto è quello di impigrire gli Stati europei nella convinzione che l'ombrello statunitense fosse perenne, anziché domandarci di come costruire una politica comune di difesa. Adesso che il dato è tratto e i nodi vengono al pettine, dovremmo cominciare a ragionarci assumendo responsabilità, magari facendo un po' meno di tutto e concentrandoci verso i grandi temi europei. ecco Benifei, um c'è da dire oggettivamente che infatti sono trent'anni che gli americani, c'è chi lo dice con le buone, chi lo dice come lo dice Donald Trump, ma ci dicono europei, prendete un po' più in mano la vostra situazione. E l'Europa per volere dei singoli stati. degli Stati membri, ha sempre messo figure abbastanza deboli poi e una, diciamo organizzazione delle regole molto deboli nell'Unione europea. Infatti la questione strutturale non è solo dei singoli o dei leader uno preso alla volta, è una questione di avere un'unione che oggi rimane un'unione fragile, divisa per la scelta delle forze sovraniste, nazionaliste, ultraconservatrici come quella, guidata da Giorgia Meloni in Europa, che si impegna continuamente contro gli interessi del nostro paese, favorendo il meccanismo del veto e quindi favorendo quei paesi come l'Ungheria di Orban, che vogliono arraffare i soldi e non vogliono seguire le regole comuni, mettere un impegno comune. La questione è molto semplice, è veramente molto basilare, e io credo che invece noi dovremmo rispondere a questa aggressività rinnovata. Certo sui temi militari la sentiamo da molto tempo. questa questione dagli Stati Uniti ma anche comprensibile e legittima, però abbiamo in questa strategia un salto di qualità in negativo perché si parla di un'Europa, di un'Unione europea che è un problema per l'Europa, è un problema io credo per gli Stati Uniti che faccio un esempio in questa logica sbagliata, perché io penso che dobbiamo essere alleati, non avere un conflitto, gli Stati Uniti per esempio sulla trattativa commerciale. avrebbero avuto magari ancora più possibilità di trattarci male se avessero trattato con ogni singolo paese, perché la forza dell'Europa è il fatto di avere un mercato unitario, un mercato forte che, stando unito in un quadro politico veramente non frammentato, può trattare per gli interessi economici europei con soggetti come gli Stati Uniti di fronte all'aggressività commerciale della Cina. mettere delle barriere per tutelare le nostre imprese. Se invece noi ci frammentiamo e seguiamo una linea che è quella auspicata dalla strategia americana, cioè quella di dividere i paesi europei, andiamo incontro a il disastro. Andiamo contro i nostri interessi e quindi il mio appello, lo dico anche al nostro governo, al governo che rappresenta gli italiani di non andare contro gli interessi dell'Italia, che non sono certo quelli di inseguire questa propaganda trumpiana che io credo sia davvero sbagliato. ecco Ciriani, in effetti lei prima ha detto fare meno cose, ma farle meglio. In tutto questo il fatto che voi siate ancora a favore del potere di veto del singolo Stato, che non è sempre uno degli stati grandi e fondatori dell'Europa, ma può essere qualsiasi stato, un po' blocca questa integrazione e questo cambiamento dell'Europa in una potenza che si può imporre sul piano globale o no? Arrivo al punto, però mi permetta, forse a mi è sfuggito qualcosa negli ultimi 10 anni, perché mi domando chi ha governato l'Europa? L'ha governata la Meloni o forse l'ha governata i socialisti? Quando Mario Draghi e quando Enrico Letta si rifacevano improvide politiche di Timmermans e Green New Deal, o si rifacevano le politiche di Giorgia Meloni? Perché questo è il punto. E poi sostenere che c'è un mercato. unico. Uno dei punti più critici sottolineati di Draghi è l'assenza di una strategia per la creazione del mercato unico europeo che pesa molto più dei dazi di Trump, sottolineato con i dati del Fondo Monetario internazionale 110% sui servizi in 40% sulla manifattura, giusto per creare la cornice politica. Dopodiché la preoccupazione è che proprio per la frammentarietà e per la divisione di interessi che si respira oggi all'interno dell'Europa, garantire il diritto di veto è una tutela nei confronti dei più piccoli e per evitare che magari, si rico- si ricreino quelle situazioni auspicate da Mario Prodi di un'Europa a trazione franco-tedesca, con gli altri che sono. sostanzialmente degli attori ancillari. Ecco, fino a quando non avremmo veramente un afflato europeo che non si può costruire con regolamenti e direttive a cervellotico che tra l'altro stanno mettendo in ginocchio l'economia, ma si costruisce mettendo al centro anche il cuore identitario del nostro continente, allora forse quella è una garanzia per ora insostituibile. Okay, allora aspettiamo che arrivi questo afflato europeo, intanto ascoltiamo un altro passaggio, della um di Donald Trump, o meglio un passaggio nell'intervista che ieri ha concesso, al um giornale politico, in cui parla dell'atteggiamento dell'Europa sull'Ucraina. They're not doing a good job it's not doing a good job in many ways, they're not doing a good job talk too much. e They're not producing, we're talking about Ukraine, they talk. But I don't produce. And the war just keep going on and on. ecco Benifei, um adesso a parte i toni invece in questo caso, andando alla sostanza, gli Stati Uniti fanno capire chiaramente di avere interesse, a che si f- ci sia una distin- una distensione con la Russia. Gli europei da un punto di vista etico, morale, giustamente dicono non può averla vinta un invasore, che senza nessun motivo invade un altro paese, vuole cambiarne il governo, eccetera. Però, mentre gli americani propongono dal loro punto di vista una distensione a spese anche dell'Ucraina, gli europei che tipo di alternativa stanno dando? Dice Trump, parlano troppo e non fanno niente. Ma io credo che Trump su questo purtroppo metta il dito nella piaga, cioè l'Europa in questi anni um è riuscita sull'Ucraina, a fare delle scelte giuste, sostenerla nella risposta a un'invasione illegale, ma non ha saputo presentare un piano realistico, um che mettesse in difficoltà la Russia, magari di fronte ai suoi alleati, al rapporto che ha con la Cina, il rapporto che ha con l'India, per esempio, rispetto appunto a una proposta che poteva scontentare un po', magari anche gli ucraini, ma soprattutto i russi, cioè l'europa si è trovata a reagire a una proposta americana. Io questo l'ho detto anche a Kaja Kallas, l'alto rappresentante per la politica estera nelle scorse settimane, quando ho avuto modo di discutere con lei, secondo me l'Europa avrebbe dovuto prendere un'iniziativa. E questo però perché non c'è stato perché c'è un'europa che non ha l'iniziativa politica tra l'altro mi colpisce su questi temi. mi è frammentata la politica estera non si riesce a decidere insieme, sempre anche per la presenza del diritto di veto e una disunione dei paesi europei. Però su questo mi colpisce il cinismo di Giorgia Meloni, che lo si è visto in un video che gira molto nei social in questi giorni, dove, finché non era al governo e anche nelle fasi iniziali della della sua attività di governo, ha detto che noi eravamo con l'ucraina fino alla vittoria, fino alla fine. E poi oggi Vediamo pochi giorni fa alla Camera a dire io non ho mai detto che saremmo stati con l'Ucraina fino alla vittoria. Trovate questo video sui social in questi giorni che ci dicono che bisognerebbe essere un po' più coerenti, forse essere meno manichei, né prima né dopo, ma essere più netti sul fatto che l'Europa deve avere una postura politica rispetto ad arrivare a una soluzione di pace in Ucraina. Oggi c'è il piano Trump, dobbiamo lavorare intorno a quello che è sul tavolo, però è un'occasione perduta per l'Europa. Ciriani? Ma intanto forse è sfuggita benifia dichiarazione di Zelensky di 24 ore fa, che ha ringraziato la Benoni per il continuo appoggio dato alla casa Ucraina. Mi domando quale sia la posizione nel campo largo invece rispetto alla europei. Perché quindi pare che ci siano delle differenze stridenti che però vengono nascoste come la polvere sotto il tappeto. Condivido invece una cosa, l'Europa ha volto la schiena dritta dal punto di vista formale. Ha messo le sanzioni alla Russia, ha bloccato gli asset strategici, ha deciso di non comprare più gas perché prima ne comprava, come se non ci fosse un domani, soprattutto, um la Francia ha fornito le armi, i finanziamenti, però quello che mancava era una proposta, un progetto. L'unico spiraglio l'unico barlume di pace che abbiamo oggi arriva da una proposta statunitense. Qualcuno dice scritta sotto dettatura della Russia, qualcuno dice di no, ma è stato l'unico momento ed è l'unico momento sul quale si può aprire un negoziato. Anche in questo caso, facciamoci una domanda, ma chi sono gli attori europei che sono intervenuti nel quadrante internazionale? particolare nel rapporto con gli Stati Uniti e con la Russia. Si chiamano Macron, si chiamano Meloni, si chiamano Starmer, si chiamano M. Domanda dov'è la von der Leyen? Dov'è la la Callas? Sono è evidente che le figure più prestigiose e più importanti dell'Unione europea non sono considerate come interlocutori da parte di Putin, e quando tu non sei considerato un interlocutore, sei fuori dai giochi. E questo è un problema che l'Europa si porta dietro quasi dalla sua fondazione. um C'è un altro tema per cui l'Europa è al centro delle fortissime critiche americane, E lei Benif ne sa qualcosa, è responsabile anche ed è quello della regolamentazione delle grandi agenzie um scusate, delle grandi aziende tecnologiche, che operano sul web, gli over the top, diciamo così, Twitter, Google, Facebook. Ora um abbiamo visto che um sono state fatte delle multe, Abbastanza simboliche quasi a Twitter. Vediamo il servizio della politica europea su questo, e ne parliamo perché fa parte dello scontro di questi giorni. Si riaccende lo scontro tra UE e USA sul digitale con diversi fronti di attrito. Un primo attacco è stato quello rivolto da Bruxelles contro X, ex Twitter, che dal 2022 è di proprietà di Elon Musk. Secondo l'accusa mossa dalla commissione UE la piattaforma avrebbe violato in tre ambiti gli obblighi di tras, parenza previsti dal Digital Services Act, cioè la legge sui servizi digitali per l'esecutivo europeo il segno di spunta blu che dovrebbe indicare gli account verificati sarebbe ingannevole per gli utenti, dato che chiunque può ottenerlo pagando senza che la società verifichi chi effettivamente ci sia dietro i profili. A questa si sommano le accuse di aver violato la trasparenza pubblicitaria e l'accessibilità dei ricercatori ai dati pubblici del social network. Immediata la reazione del proprietario che su X ha pubblicato una serie di post chiedendo l'abolizione dell'Unione Europea e denunciandola di essere una burocrazia piuttosto che una democrazia. Ma X non è l'unico ad essere nel mirino dell'UE. La Commissione ha infatti avviato un'indagine, nei confronti di Google per presunta violazione delle regole di concorrenza. Il colosso avrebbe utilizzato contenuti degli editori online e video caricati su YouTube per sviluppare l'intelligenza artificiale, senza dare un compenso ai rispettivi creatori. Così prosegue una battaglia di lunga data tra gli USA che innovano in modo sfrenato e l'Unione che regolamenta. Ludovica Rossi, Sky TG 24. allora Benifei c'è da dire che um Elon Musk, ha anche diciamo um appoggiato, dato il suo supporto, ad un altro tweet che poi in Europa non si può vedere, in cui si paragona l'Europa al quarto Reich, e si dice che l'Europa sarà il quarto Reich. allora um, L'Europa riesce a sostenere la pressione degli Stati Uniti. Ieri Google ha detto in questa maniera però voi non ci fate sviluppare adesso a parte le-, diciamo le accuse pittoresche di Musk, dice se voi ci date le regole, non riusciamo a sviluppare l'intelligenza artificiale. Ma secondo voi l'uomo più ricco del mondo che si è fatto fare un pacchetto di stipendio da un trilione di dollari dalle sue aziende, ma ha a cuore. le libertà democratiche in astratto o forse il suo portafogli, perché le parole che usa sono ovviamente inquietanti, imbarazzanti, ma a mio avviso vanno al punto. Qui il tema è di potere di soldi, di chi fa le regole, perché se non le facciamo noi stabiliamo dei limiti, stabiliamo, per esempio, che non si possono produrre e far circolare materiali pedopornografici, materiali terroristici, materiali che incitano all'odio e quindi mettiamo delle regole nel far west digitale. Eh oppure prevarrà la legge del più forte da chi diciamo ci può solo guadagnare a scapito delle persone. A me devo dire che ha colpito molto negativamente il dibattito fatto la scorsa plenaria a al Parlamento europeo a Strasburgo, alla sede plenaria del Parlamento, dove ho sentito da esponenti della destra italiana, dire che non servono regole per tutelare i minori rispetto all'uso dei social media. Mi sembravano, Posizioni un po' veramente tanto simili a quelle delle grandi aziende tecnologiche, viene il dubbio che questa linea così appiattita, su um la linea americana più aggressiva, nasconda una vicinanza francamente imbarazzante, secondo me, um sicuramente legittima, ma non credo nell'interesse dei nostri cittadini, a quegli interessi delle grandi aziende tech che io credo debbano essere lasciate. lavorare e sviluppare, ma rispettare anche le nostre regole, perché se non le diamo noi se le danno da soli. Non è che non ci sono, le stabiliscono loro. Ciriani, lei è d'accordo con l'impostazione europea di preservare un po' i diritti degli utenti, oppure è d'accordo anche con le critiche che vengono da oltreoceano, secondo cui questa regolamentazione soffoca un po' lo sviluppo tecnologico. Guardi, io vorrei fare un aggiornamento libero della propaganda, um che ho sentito poco fa. L'Europa si è dotata, intanto premetto le dichiarazioni di Musk non sono assolutamente, e condivisibili al 100%. L'Europa si è dotata di strumenti come il DSA con il DM che sono assolutamente condivisibili, perché servono delle regole, serve una disciplina. Però se qualcuno ascoltasse, magari analizzasse in controluce le dichiarazione del mio collega Benifei, si accorgerebbe di questo che il rischio è quello di utilizzare queste regole per combattere politicamente chi viene ritenuto un avversario. E se viene fatto questo, allora perde il senso originario della bontà di quelle regole. Il problema semmai è un altro che sfugge a Benifei e sfugge proprio a chi difende l'Europa dogmaticamente, ideologicamente e si ostina a non guardare i grandi problemi che la stanno affliggendo, cioè che esiste un divario gigantesco e incolmabile dal punto di vista digitale e tecnologico. Il problema non è multare mask. Il problema è che l'Europa non ha una propria piattaforma, non ha neanche una, non più di una. E questo ci incastra e ci rende tra due grandi potenti che sono la Cina e gli Stati Uniti. Magari occupiamoci un po' più di questo e non del portafoglio di Musk. Io non ho capito Ciriani, ma lei ha detto che è d'accordo o non d'accordo con le affermazioni di Musk, perché non ho sentito. L'ho detto all'inizio ho detto scusi, ero solo essere sicuro. Va bene, chiarito questo, io ringrazio tutte e 2, e è chiaro che l'Europa deve fare un passo in avanti in una maniera o nell'altra, ma lo deve fare. Grazie. Grazie Alessandro Ciriani. E grazie al Brado Benifei e noi ci rivediamo la prossima settimana, sempre alle 16, dal Parlamento europeo. Buon proseguimento di giornata con Sky TG 24. .

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