Proprio mentre Taiwan lancia i primi segnali di fuoco contro la Cina, sparando colpi ad alcuni droni volati nell'area di Kinmen, una indiscrezione giornalistica aumenta la tensione tra Stati Uniti e Cina. Secondo il sito politico, l'amministrazione Biden sarebbe pronta a chiedere al Congresso l'approvazione di vendita di armi pari a un miliardo e cento milioni di dollari proprio a Taiwan. Una notizia che ha provocato subito la reazione di Pechino che ha risposto attraverso l'ambasciata a Washington: gli USA devono cessare immediatamente di vendere armi a Taiwan, ha attaccato il portavoce dell'ambasciata Liu Pengyu, poiché qualsiasi contatto militare con l'isola viola il principio dell'unica Cina. Il pacchetto militare prevede la fornitura di 60 missili anti-nave, 100 missili aria-aria che verranno installati sugli F16 americani in dotazione a Taipei e 655 milioni per un' estensione del contratto di sorveglianza radar. Una mossa, quella americana, che arriva mentre Pechino continua ad intensificare la propria presenza giornaliera nello Stretto di Taiwan con navi e aerei da guerra. Un'escalation avviata dopo la visita a Taipei della speaker della Camera, Nancy Pelosi, che ha scatenato l'ira della Cina. Una visita in solidarietà contro la continua pressione di Pechino su Taiwan ritenuta dal governo cinese come un proprio territorio. Taiwan e Stati Uniti, intanto, non intrattengono soltanto relazioni militari: la compagnia di bandiera dell'isola, nelle scorse ore, ha chiuso un accordo con l'americana Boeing per la fornitura di sedici 787 per sostituire la vecchia flotta di Airbus A330. Un affare da 4 miliardi e 600 milioni concretizzatosi, dopo che, a Taipei, si sono recate in visita ad agosto 4 delegazioni USA, compresa quella di Pelosi.























