Spazio aereo chiuso in Niger fino a domenica. La decisione della giunta militare al potere nel paese dopo il golpe del 26 luglio è stata presa per il timore di un intervento militare dei paesi vicini, una minaccia sempre più reale ora che è scaduto l'ultimatum dei Paesi dell'Africa occidentale che ai golpisti avevano dato una settimana di tempo per liberare il presidente democraticamente eletto Bazoum. Intanto, nel Paese, si moltiplicano i blackout, interruzioni di corrente che si aggravano a causa delle sanzioni dell'Ecowas che ha decretato il congelamento di tutte le transazioni di servizi incluse quelle energetiche. Ai Paesi dell'Ecowas, si rivolge l'Italia che, con il Ministro degli Esteri Antonio Tajani, chiede di prolungare l'ultimatum per trovare una soluzione diplomatica alla crisi. L'unica strada possibile, ribadisce Tajani. In Italia, intanto, sono rientrati 65 dei 250 militari in Niger: presto ci saranno altri voli di rientro, ha assicurato il Ministro della Difesa Guido Crosetto. In Niger è stato effettuato un pre-schieramento per la preparazione dell'intervento di due Paesi dell'Africa centrale, fanno sapere i golpisti riuniti nel Consiglio per la salvaguardia della Patria. Per il Wall Street Journal, l'Ecowas, non è ancora pronto ad inviare truppe. A frenare su un intervento militare, la Nigeria; il più potente degli stati dell'Ecowas che chiede di ripristinare la democrazia. Intanto, per le strade della capitale, sono sempre di più le bandiere russe accanto alle bandiere nigerine che si vedono nelle manifestazioni pro-golpisti. Al Niger, guarda la comunità internazionale con l'Europa che alla Cina chiede di rafforzare le relazioni in un colloquio telefonico tra l'alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione Joseph Borrell, il Ministro degli Esteri cinese Wang Yi, in cui si è parlato anche di quanto accade in Niger. E al Niger guarda Mosca, che vede la possibilità di rafforzarsi nel Sahel con l'appoggio della Brigata di mercenari russi Wagner sostenitori già delle giunte militari dei paesi vicini.