Solo cinque volte nella storia repubblicana Tedesca un governo ha dovuto porre la questione di fiducia. L'ultima risale al 2005 durante il governo socialdemocratico guidato da Gerhard Schroeder una sorte che sembra perseguitare la Spd, ora rappresentata da Olaf Sholtz, costretta a chiedere la fiducia al Bundestag, per il governo di minoranza formato da verdi e Spd, Questo passaggio segna il secondo atto della crisi politica tedesca esploso il 6 novembre con la rottura della coalizione semaforo tra socialdemocratici, verdi e liberali. Per ottenere la fiducia Scholtz necessità di 367 voti. Tuttavia mentre l'Spd si esprimerà compatta a favore, i Verdi si asterranno e appare improbabile che i liberali sostengano un Cancelliere da loro sfiduciato appena un mese fa. Le opposizioni unite voteranno contro, il risultato dunque sembra già scritto, una sfiducia quasi certa. Scholtz ha comunque chiarito di voler andare al voto, La Costituzione tedesca prevede un iter ben definito, il cancelliere dovrà chiedere al Presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier di sciogliere il Parlamento. Il presidente avrà 21 giorni per farlo e le elezioni dovranno tenersi entro 60 giorni. La data indicativa è il 23 febbraio rendendo improbabile lo scioglimento del Bundestag prima del 27 dicembre. La crisi politica segue dunque un percorso istituzionale definito, ma con un esito già anticipato. Tanto che i partiti hanno avviato le rispettive campagne elettorali. Nel frattempo il paese è al secondo anno consecutivo di recessione; grandi aziende chiudono stabilimento in Germania e l'opinione pubblica invoca stabilità e un governo forte. Con consenso personale fermo al 18% Sholtz, futuro candidato cancelliere socialdemocratico, si trova costretto ad elaborare una strategia efficace per febbraio. Mentre cristiano democratici della Cdu e l'ultra destra xenofoba dell'Afd continuano a a crescere nei sondaggi.