Audaci programmi si scontrano con la realtà. L'anarchia liberista di Javier Milei si infrange sulla sua attuazione nell'Argentina sempre più sofferente. A due mesi dalla nascita di un governo già fisiologicamente zoppicante, la legge sull'aborto evoca contraddizioni in termini. Il Partito della "Liberdad Avanza" propone di punire le donne che decidono di interrompere la gravidanza con il carcere fino a 3 anni anche se, vittime di stupro. Fosse approvata, cancellerebbe già la legge del 2020 che ne sanciva invece il diritto. Ma l'aborto è considerato da Milei come un crimine, un complotto contro la famiglia. Poche ore prima alla cosiddetta legge Omnibus, il maxi provvedimento sul quale ha costruito il suo consenso, è stata addirittura ritirata tra rifiuti e bollenti contestazioni in aula. Prevedeva una rete di azioni a sostegno di un'ampia privatizzazione dello Stato, liberalizzazioni diffuse e maggiori poteri a se stesso. Tutto tradotto nella campagna elettorale come lotta contro la casta ed unica via per salvare l'Argentina da una nuova bancarotta. Il Governo ha tradito e la pagherà. Milei da Israele si è scagliato contro i governatori regionali e i deputati dell'opposizione definiti ricattatori, bestie e oltre. Dopo una notte sui social, ha sdrammatizzato dichiarando che il tradimento della casta era previsto; ma svaniscono così le entrate che sarebbero dovute arrivare dal pacchetto di privatizzazioni e il ritiro di Omnibus ha generato un contraccolpo in borsa. Gli analisti prevedono mesi difficili tra povertà assoluta senza sussidi e classe media colpita dall'inflazione.