Giubbotto antiproiettile indosso, i coltivatori ucraini mietono il grano, mentre intorno a loro arrivano i colpi di artiglieria russa. Questi uomini e le loro famiglie portano avanti un lavoro indispensabile per molti paesi africani e asiatici, il grano raccolto in questi campi Infatti è destinato ad arrivare al Chernomorsk, Odessa, Intsny ed essere caricato su navi container e da qui poi salpare verso il Bosforo. Una settimana dopo la firma degli accordi di Istanbul sbloccare il grano ucraino però le grandi navi sono ancora ferme in banchina; dieci sono già state riempite e potrebbero lasciare il porto da un momento all'altro, altre sette sono nella fase finale dei preparativi, le navi partiranno tre alla volta, una ad una scortate lungo un tragitto sicuro, che attraverserà un corridoio fino al Bosforo che l'Ucraina ha indicato al centro di coordinamento di Istanbul, proprio questo starebbe ritardando la partenza, secondo quanto riferito dal capo degli aiuti delle Nazioni Unite, che assieme alla Turchia hanno il ruolo di garanti e controllori del rispetto di accordi del 22 luglio, non è ancora stata finalizzata la rotta attraverso il mar Nero mancano gli ultimi dettagli; dopodiché arriverà il disco verde. Il timore però è che la Russia stia frenando le operazioni, Mosca dovrà rispettare i termini di sicurezza ma a sua volta chiede che siano mantenuti gli impegni presi nei suoi confronti che prevedono la rimozione degli ostacoli all'esportazione del grano russo; un braccio di ferro che tiene fermi, nei porti ucraini, circa 25 milioni di tonnellate di grano che potrebbero sfamare molti paesi. L'obiettivo dichiarato, forse meglio la speranza, di tornare ad esportare cinque milioni di tonnellate al mese. Il Segretario di Stato americano Anthony Blinken, che venerdì ha avuto un colloquio telefonico con il Ministro degli Esteri russo Lavrov, all'omologo ucraino Kuleba ha espresso la speranza che le navi possono lasciare i porti ucraini il prima possibile.























