Feriti anche gravi e poco più che ragazzi costretti a combattere al fronte. Sono questi i prigionieri che Kiev e Mosca hanno iniziato a scambiarsi nel rispetto dell'unico punto su cui le due nazioni in guerra sono giunte a un accordo a Istanbul. L'operazione che era stata rimandata per ore ha preso il via poi confermata dallo stesso Volodymyr Zelensky. I nostri sono a casa, il processo è abbastanza complesso, ha aggiunto, con molti dettagli sensibili e i negoziati proseguono praticamente ogni giorno. L'obiettivo, ha concluso, è riportare a casa tutti. Anche Mosca conferma, ma ribadisce la sua ferma determinazione a proseguire la guerra, anche se, ha spiegato il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, è pronto a contribuire anche con la diplomazia classica, soprattutto alla risoluzione di problemi umanitari. Toni duri, che fanno il paio con quanto accade sul fronte dove la guerra sembra volgere a favore della Federazione che avanza in direzione est verso Sumy, e continua il martellamento aereo. Segnato infatti un nuovo record con ben 460 droni e 19 missili. La Russia attacca anche le città dell'ovest dell'Ucraina, in particolare Rivne probabilmente a caccia di infrastrutture militari e degli aeroporti che ospitano gli F16 occidentali. Bombardamenti così ad ovest che anche la Polonia fa decollare i propri caccia a difesa dello spazio aereo nazionale. Mosca reclama inoltre la conquista di altre città in Donbass e afferma di essere entrata anche nell'Oblast di Dnipro, notizia però smentita da Kiev. L'Ucraina risponde con un altro raid che colpisce le infrastrutture aeree e Zelensky, ricorda come il blitz della scorsa settimana, abbia distrutto oltre un terzo dei bombardieri strategici russi. Devastante però la risposta russa che ha preso di mira Kharkiv, la seconda città del Paese, che ha subito il peggior bombardamento dall'inizio della guerra. .