Non è la prima volta, e probabilmente non sarà l’ultima. La notizia del ritrovamento di frammenti di droni russi in territorio rumeno e lituano, entrambe i governi membri della NATO, però, non può neanche essere sottovalutata. Tanto più che Bucarest ha fatto decollare gli F-16 per controllare il suo spazio aereo. Ad ora non esiste una legge che permetta alla Romania di abbattere droni che sorvolino il suo territorio. Un provvedimento che però sembra sempre più urgente, alla luce degli ultimi avvenimenti, e soprattutto del fatto che il paese condivide con l’Ucraina un confine lungo 650 km. Le autorità lettoni invece hanno confermato che il drone militare russo precipitato nel Paese trasportava esplosivi probabilmente destinati all'Ucraina. Il drone è caduto a circa 90 km dal confine con la Bielorussia. Intanto dal fronte ucraino giungono le notizie di continui raid aerei russi e anche l’annuncio, da parte di Mosca, della riconquista del villaggio di Memrik, nel Donetsk. Attualmente, le forze della Federazione controllano circa l'80% della Regione orientale. In quest’ottica va inquadrata probabilmente la proposta del cancelliere tedesco Olaf Scholz, di una nuova conferenza di pace che veda anche la partecipazione di Mosca. Un’idea che non sembra suscitare entusiasmi in patria, ma che vede invece l’interesse di Mosca. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov ha infatti dichiarato di non avere pregiudizi a valutare alcun piano, anche se non ne conosce i dettagli. Il portavoce di Scholz, invece, ha ribadito che il cancelliere non avrebbe alcuna difficoltà a confrontarsi con Putin, anche se ha aggiunto di non aver riscontrato ancora alcuna volontà a negoziare. Tra gli sforzi per una soluzione negoziale va inserita anche l’iniziativa spagnola: il presidente Sanchez, in visita a Pechino, ha proposto Madrid come mediatrice nel dialogo sino- europeo, con l’obiettivo di raggiungere un compromesso. Pechino si è limitata a rispondere che ogni sforzo per la pace va incoraggiato.