Guerra a Gaza, lunghe code per acqua, cibo, legna e luce

"From the river to the sea", dal fiume al mare. Khaled Mashal, uno dei leader in esilio di Hamas è tornato a rifiutare la soluzione dei due Stati, che nel 2017 invece era stata implicitamente accettata come forma di compromesso. Meshal ha spiegato su Telegram che dopo il 7 ottobre la maggioranza del popolo palestinese sogna una Palestina dal mare al fiume dal Nord al Sud, non accettando più di fatto i confini del 1967. Una dichiarazione che sembra figlia della necessità di fare propaganda in un momento in cui l'organizzazione viene duramente colpita da Israele. Intanto per chi è rimasto a Gaza ed è sopravvissuto la vita è diventata una coda infinita e la situazione umanitaria non fa che peggiorare. Innanzitutto perché continuano anche se meno intense di qualche settimana fa le operazioni militari israeliane, sia con bombardamenti aerei che con incursioni di terra con tanto di carri armati. La zona in cui l'esercito israeliano si sta concentrando è il Sud della Striscia, a Khan Yunis e a Rafah al confine con l'Egitto che però è anche l'area dove si sono affollati per scappare dai bombardamenti quasi due milioni di profughi interni. Ecco per questi sfollati che sono l'85% della popolazione vivere ormai equivale a provare a sopravvivere, innanzitutto perché tutti hanno perso il lavoro, sono tutti disoccupati e non hanno soldi e poi perché manca tutto dall'acqua al cibo, dalle medicine all'energia elettrica. Le forniture arrivano tramite pochi camion attraverso il blindatissimo valico di Rafah ma sono scarse, quindi a Gaza bisogna mettersi in coda per fare qualsiasi cosa. Non c'è niente senza fare la coda, fino a quattro o cinque ore per l'acqua o per il pane ma anche per ricaricare uno smartphone. Tutto a Gaza ha un tempo di attesa enorme posto che si riesca a trovarlo, ad esempio le medicine sono praticamente introvabili anche quelle basilari. Ma soprattutto a Gaza nessuno è escluso dalla tragedia, 8 persone su 10 sono profughi, gli altri li ospitano, tutti sono esposti alle bombe e ai combattimenti, e ovviamente alle code.