Le forze democratiche siriane, una coalizione di gruppi militanti nel nord della Siria dominata da organizzazioni curde, accusa la Turchia e i suoi alleati di continuare a bombardare le aree vicino alla città di Kobani, al confine con la Turchia, e più a sud la città di Raqqa. Le fazioni filo-turche coinvolte nei combattimenti nel nord del paese fanno parte della coalizione che ha portato alla caduta del regime di Assad. Da allora sono iniziati gli scontri con i gruppi curdi della Siria settentrionale. La questione degli attacchi dell'esercito nazionale siriano, sostenuto dalla Turchia, contro i curdi, sostenuti dagli Stati Uniti nel nord-est della Siria, sarà uno dei temi che affronterà il segretario di stato americano Antony Blinken durante il viaggio che a breve lo porterà in Turchia e Giordania. Ad assicurare i governi stranieri ci prova Mohammad al Jolani leader del principale gruppo islamista della coalizione che ha rovesciato il regime. La guida suprema dell'Iran Ali Khamenei accusa Stati Uniti e Israele di essere i responsabili della caduta dell'amico Assad. L'ayatollah sostiene di avere le prove che però nessuno ha visto. Khamenei ha fatto anche riferimento alla Turchia senza nominarla direttamente parlando dell'influenza di un vicino della Siria che a suo dire ha avuto un ruolo centrale nella fine del governo di Assad. L'Osservatorio siriano per i diritti umani fa sapere che da giorni Israele continua ad attaccare l'arsenale militare di Damasco dopo essere entrato in territorio siriano, oltre la zona cuscinetto sulle alture del Golan, mettendo in allerta la comunità internazionale. Ogni dispiegamento militare nella zona di separazione tra Israele e la Siria, fa sapere il ministro degli esteri francese, rappresenta una violazione dell'accordo sul disimpegno siglato tra i due paesi nel 1974.