La terra restituisce le prove dell'ultimo orrore commesso dal regime del presidente siriano Assad. Una fossa comune con i corpi di almeno 100mila persone 40 chilometri a nord della capitale Damasco. L'ultima denuncia arriva da un'organizzazione di difesa siriana con sede negli Stati Uniti questa fossa comune dice il responsabile microfono di Al Jazeera era una delle cinque che abbiamo identificato nel corso degli anni. Le immagini satellitari mostrano l'aria nel 2012 prima che venissero eseguiti i lavori, altre nove immagini satellitari mostrano la stessa area dal 2014 al 2022 con linee scavate nella sabbia e successivamente coperte e altre che appaiono in un secondo momento. Mentre i siriani fanno i conti con oltre 50 anni di violenza e dittatura la nuova amministrazione inizia a riorganizzare il paese il capo della coalizione islamista che ha preso il potere Ahmed-Al Shara nome di battaglia Al-Jolani dice di voler sciogliere i gruppi armati presenti in Siria per farli confluire nell'esercito statale. Il leader propone anche un patto sociale che, a suo avviso, è necessario per favorire la coesistenza di diversi gruppi etnici nel paese. Al-Shara continua a proporsi come un moderato e prova a rassicurare l'occidente dicendo al britannico Times che la Siria non verrà utilizzata come base per attacchi contro Israele o qualsiasi altro paese, oltre a chiedere allo stato ebraico di porre fine agli attacchi aerei in Siria e di ritirarsi dalla zona cuscinetto del Golan in territorio siriano, vuole la revoca delle sanzioni occidentali contro la Siria, la cancellazione del gruppo islamista Hayat Tahir Al-sham nato dal fronte Al-Nusra affiliato ad Al-Quaeda dalla lista delle organizzazioni terroristiche. Sono molte le sfide che il nuovo leader dovrà affrontare nei prossimi mesi. Tra gennaio e giugno 2025 secondo le previsioni delle Nazioni Unite Ahmed Al-Shara vedrà di entrare nella Siria in parte distrutta da 13 anni di conflitto un milione di rifugiati,