I soccorsi a Odessa stanno con difficoltà portando alla luce le vittime dell'attacco compiuto dalla Russia contro edifici residenziali e centri ricreativi nel distretto di Bilhorod-Dnistrovskyi. Secondo la ricostruzione ucraina sono stati impiegati missili X-22, gli stessi dell'attacco contro il centro commerciale di Kremenchuk, e anche in questo caso contro obiettivi civili. Tra le vittime, almeno 20, giugno anche la notizia della morte di un bambino di 12 anni. E il presidente Zelensky è tornato a spronare i suoi concittadini lanciando un monito all'occidente: "Se non sbloccate i traffici del Mar Nero la crisi alimentare scatenerà uno tsunami migratorio". Certo che restando nell'aria la riconquista ucraina dell'Isola dei Serpenti, proprio di fronte a Odessa, rende difficile per la Russia l'invasione dello strategico porto sul Mar Nero. Quindi almeno su questo fronte si può dire che gli ucraini hanno messo a segno un risultato importante, non solo perché permette di difendere meglio la città ma anche perché può liberare risorse da destinare nel Donbass, dove invece il conflitto sembra volgere a favore di Mosca, nonostante la strenua resistenza degli ucraini. Gli aggiornamenti puntuali del governatore, Sergej Haidai, descrivono l'inesorabile avanzare dell'armata degli invasori, rallentata da violente battaglie che la costringono a combattere per ogni metro di terra conquistata. Però Lisichansk sta cadendo lentamente come prima a Severodonetsk. I tank russi stanno compiendo la manovra di accerchiamento prendendo il controllo delle principali arterie contro insediamenti attorno alla città e puntando ad assumere il controllo di un quarto. Come confermato dallo stesso governatore i russi hanno colpito anche una raffineria di petrolio a Lisichansk. Intanto emergono gli orrori commessi dagli occupanti. A Mariupol, ormai sotto il controllo russo, è stata rinvenuta un'altra fossa comune con circa 100 cadaveri, a testimonianza della ferocia con cui le truppe di Mosca si sono accanite contro la popolazione civile.