L'attacco di Dnipro e la dimostrazione della brutalità della Russia, non fa che rafforzare la determinazione dell' Europa. Bruxelles non crede alla versione di Mosca. "Le nostre forze armate non colpiscono edifici residenziali", aveva detto il Portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. Nel frattempo i soccorsi si affannano nella ricerca tra le macerie dell'edificio residenziale abbattuto, ricerche senza speranza. Intanto prosegue l'offensiva delle truppe russe in Ucraina e sono segnalate oltre ai raid aerei quotidiani, in particolare su Zaporizhzhia e Kherson anche intensi combattimenti a Soledar, la cui conquista è stata più volte annunciata dai militari russi. E mentre infuria la battaglia, si moltiplicano i segnali di una prossima offensiva dell'armata entro i prossimi 6 mesi. Intanto Mosca prosegue l'offensiva diplomatica, dopo essersi confrontata a inizio gennaio con Xi Ginping, Putin ha discusso telefonicamente con l'altro suo interlocutore preferito Recep Tayyp Erdogan. Le conclusioni del colloquio: rafforzare lo scambio russo-turco, la condanna russa nei confronti dell'ipocrisia di Kiev nel rifiutare la tregua del Natale Ortodosso e poi uno scambio di prigionieri, soprattutto feriti. Tanta frenesia è forse originata da una serie di notizie preoccupanti per Mosca, la conferma da parte di Londra dell'invio dei carrarmati Challenger a Kiev e anche la conferma, indiretta, della prossima consegna di missili Patriot e così come promesso al Presidente Zelensky nel corso della sua visita a Washington. Dopo diversi tentennamenti sembra che il sistema antiaereo che annullerebbe la supremazia russa dei cieli, stia davvero per arrivare in Ucraina. 100 soldati di Kiev sono in Oklahoma, per essere addestrati all'uso di questi missili, un altro centinaio è invece in Germania. Ora per Mosca è corsa contro il tempo per lanciare l'offensiva perché senza una copertura aerea sembra destinata al fallimento.