E' metà mattina a Kiev e le urla che sentite sono quelle dei bambini che scappano da scuola per andarsi a riparare. Ancora una volta, la quindicesima a maggio la capitale è finita sotto il fuoco dei bombardamenti russi. Chi non ha altro posto dove andare è tornato a rifugiarsi nelle stazioni della metropolitana come nei primi mesi del conflitto. Gli attacchi degli ultimi giorni sono stati i più pesanti dall'inizio della guerra. Decine di missili Cruise e di droni iraniani a basso costo vengono lanciati contemporaneamente su obiettivi militari e sulle città principali. E il pericolo per gli abitanti è reale anche se adesso ci sono i sistemi di difesa antiaerea occidentali, perché i detriti dei droni e dei missili cadono a caso per le strade della città. Questo ad esempio ha sfiorato un bus pieno di persone. Lo scopo della Russia è esaurire le difese anti aeree prima che parta la controffensiva ucraina e contemporaneamente distruggere armamenti installazioni militari e infrastrutture critiche che servono di appoggio all'esercito, e che puntualmente vengono colpiti. Questa volta è toccato ad un aeroporto nella regione di Khmelnitsky con 5 aerei da combattimento distrutti e incendi nei depositi di carburante e materiale bellico. Bombardato anche il porto di Odessa, struttura fondamentale per l'export del grano ucraino e anche la città di Kharkiv, troppo vicina al confine russo per essere risparmiata a lungo. Anche perché parallelamente Luca in ha bombardato massicciamente la Regione russa di Belgorod lì accanto fondamentale snodo di approvvigionamento dell'esercito Russo. Anche queste sono bombe preparatorie alla controffensiva ucraina, ormai sempre più simile all'Araba Fenice.