L’Assemblea Generale della Nazioni Unite rischia di trasformarsi in un processo a Vladimir Putin. Iniziata ieri, con un minuto di silenzio per le vittime della guerra in Ucraina, mentre all’esterno andava in scena una protesta di pacifisti, proseguirà oggi, ma il voto potrebbe arrivare addirittura domani. Tutti i 193 membri sono chiamati a prendere posizione, oltre 100 si sono iscritti a salire sul podio per dare la loro visione del mondo sull’orlo di una guerra nucleare. Un’opzione inconcepibile -ha detto il segretario Guterres- che ricorda gli oltre 520.000 profughi in pochi giorni, con la prospettiva di contarne presto milioni, chiedendo di fermare i combattimenti immediatamente. L’Ambasciatore ucraino racconta degli obiettivi civili colpiti da Mosca e dei bambini uccisi; il rappresentante russo dice che l’operazione è giustificata e dev’essere conclusa perchè l’Ucraina rappresenta un pericolo, accusando l’Occidente di ipocrisia nell’aver ignorato ciò che chiama il genocidio del Donbass. Mentre nel mondo reale, la Russia è già condannata e lentamente sbattuta fuori dall’economia e dalla vita sociale, nei corridoi del Palazzo di Vetro si tessono alleanze in vista del verdetto. La risoluzione, della quale l’Italia è co-redattore, punta a ottenere la condanna dell’aggressore con almeno un centinaio di voti, quanti nel 2014 ebbe la mozione sulla Crimea. Ma più dei numeri, conta il peso. La Cina, finora astenuta, plaude ai colloqui di pace e manda all’alleato di Mosca segnali di insofferenza per aver turbato un ordine mondiale nel quale sta ben prosperando. Mentre Washington, che ha ulteriormente aumentato le sanzioni economiche contro la Banca Centrale Russa, ha espulso 12 funzionari della rappresentanza russa presso le Nazioni Unite, accusandoli di essere spie del Cremlino. Biden continua a ignorare la minaccia atomica di Putin. Il Pentagono non ha notato movimenti sospetti, e il Presidente ha rassicurato gli americani.