Se Biden non va in Ucraina, l'Ucraina va da Biden. Il Primo Ministro di Kiev invitato a Washington per i lavori del G20, Fondo Monetario e Banca Mondiale che discutono gli effetti deleteri della guerra voluta dalla Russia sull'economia, viene ricevuto alla Casa Bianca dal Presidente che gli consegna un altro assegno da più di 1 miliardo di dollari. Come la settimana scorsa gli Stati Uniti stanziano altri 800 milioni in aiuti per la sicurezza del Paese attaccato da Putin, artiglieria pesante, sistemi antimissili, droni, missili antinave. Biden non entra nel dettaglio perché, parafrasando Roosevelt: "Preferisco parlare poco, ma portare un grosso Javelin" dice riferendosi ai razzi anticarro che finora hanno consentito alla resistenza di non soccombere. Non ci sono prove che Mariupol sia caduta in mani nemiche, aggiunge, mentre spiega che finora l'America ha provveduto a inviare dieci razzi per ogni carro armato russo, chiederà al Congresso di approvare un nuovo stanziamento, ancora non quantificato, per garantire all'Ucraina una fornitura di armamenti quotidiana e costante fin quando sarà necessario e aggiunge altri 500 milioni di dollari in finanziamenti diretti al Governo di Kiev perché possa continuare a pagare pensioni, stipendi e tenere in funzione i servizi essenziali. Seguendo l'Europa annuncia il divieto di ingresso nei porti americani a tutte le navi battenti la bandiera di Mosca, ma apre le braccia ai profughi che vogliono rifugiarsi qui negli Stati Uniti lanciando United for Ukraine, un programma di accoglienza accelerata per centomila persone. Putin, conclude perentorio, non riuscirà mai a dominare o occupare l'intera Ucraina.